Brasile, le auto si importano senza Ipi
04/03/2013
L’Abeiva, l’associazione che riunisce gli importatori di veicoli, ha annunciato lo scorso mercoledì, che il 69% dei propri membri sono già stati abilitati attraverso il documento ''Inovar-Auto”. Secondo l'organizzazione, c'è una corsa in atto per ottenere il documento, in quanto, secondo le regole del nuovo regime automobilistico, le aziende possono importare una certa quantità di veicoli senza il 30% addizionale di IPI.
Il volume è calcolato sulla base della media delle importazioni dell’impresa negli ultimi tre anni, con un tetto di 4,8 milioni di unità all'anno.
Tra le società qualificabili come importatori si annoverano JAC Motors, Porsche, Chrysler, Jaguar Land Rover, Venko, che rappresenta i veicoli commerciali leggeri dela Rely, Volvo Cars, Suzuki, Districar, responsabile per la distribuzione dei modelli SsangYoung e Changan, British Cars, Chery e BMW.
Le aziende che sono ancora in attesa dell’abilitazione sono Audi, Mazda, Auto CN, Kia e Via Italia, che rappresenta i marchi Ferrari, Maserati, Lamborghini e Rolls Royce. L’Abeiva assicura che il ritardo è solo una conseguenza di difficoltà nell'iter burocratico per ottenere il documento.
Il programma è molto complesso, difficile da capire, ha detto Marcel Visconde, vice presidente dell'associazione e presidente di Porsche in Brasile. Inoltre, le sedi di alcune marche hanno più tempo per studiare gli obiettivi di efficienza energetica imposti dalla Inovar-Auto.
L'ente riconosce anche che il Ministero dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero (MDIC) ha collaborato per risolvere i problemi di alcuni marchi al fine di ottenere la licenza. La definizione delle quote è stata come una boccata di ossigeno per le nostre imprese e dovrebbe tamponare le perdite, ha detto Visconde.
Importatori indipendenti hanno chiuso il 2012 con significativa riduzione del 35% delle vendite rispetto al 2011. Con il nuovo regime automobilistico, l'ente prevede il recupero del 17% per quest’anno, intorno a 150.000 unità. Questa cifra comprende già un certo numero di veicoli che fuori dai contingenti di importazione saranno importati pagando il 30% in più di IPI. E’ compito di ogni azienda bilanciare la quantità da importare al di là delle quote senza generare un forte impatto sui prezzi, spiega.
Anche con il risultato positivo rispetto allo scorso anno, le vendite delle imprese dell’Abeiva saranno ancora del 25% al di sotto delle quasi 200.000 unità immatricolate nel 2011, anno record per il segmento. Così, l'associazione stima una riduzione delle strutture aziendali delle imprese importatrici. Il numero di posti di lavoro diretti dovrebbe diminuire da 25.000 a 23.000.
La rete dei concessionari per i vari marchi chiuderà il 2013 con circa il 6,3% in meno, con 690 punti vendita. Un altro calo sarà registrato nel versamento delle imposte, che dovrebbe diminuire dell’11,1% a 3,2 miliardi di Reais (circa 1,6 miliardi di euro). (ICE SAN PAOLO)
Fonte:
Tribuna Economica