Brasile: il peggior deficit pubblico dell’America Latina
19/03/2015
Se lo sdegno per la corruzione ha spinto pochi giorni fa milioni di persone a scendere nelle principali città del Paese e chiedere l’impeachment per la presidente Dilma Rousseff (e finanche un intervento miltare), ora anche i conti pubblici lanciano un segnale d’allarme. Se ne fa portavoce la sondaggista privata Idesa (Instituo per lo Sviluppo Sociale Argentino), con sede a Buenos Aires, che attribuisce ai soci maggiori del Mercosur un deficit pubblico del 5,7%, cifra che li porta in testa alla classifica latinoamericana.
Ben distanziato al secondo posto, sta l’Uruguay. Solitamente preso ad esempio come modello economico e sociale, il Paese che fino alla settimana scorsa era governato dal presidente povero José “Pepe” Mujica, ha avuto nel 2014 un deficit del 3,5%, comprendendo in questa proporzione il volume con cui la spesa pubblica supera le entrate fiscali, messa in relazione con il prodotto interno lordo (Pil).
Il terzo classificato, è pure un membro del patto d’integrazione economica più rilevante del Sudamerica. Si tratta dell’Argentina, seconda economia del Mercosur, e autrice di un deficit che si è fermato al 2,5% del Pil. Messa così, la situazione argentina non sembra ottima, ma nemmeno gravissima. Cile e Perù, per esempio, si distinguono per un disavanzo statale rispetivamente solo dell’1,6% e dello 0,6%. Il punto, è che le politiche stataliste in uso in Argentina, come in Brasile e in Uruguay, gravano moltissimo sul bilancio pubblico, senza però che si sia riusciti a costruire una crescita sufficiente a finanziarle.
Se per esempio all’Argentina si tolgono i contributi della Banca Centrale e della previdenza sociale Anses, il deficit arriva al 4,9%. Secondo il giudizio di Idesa, «non è sostenibile» finanziare la spesa attraverso queste due istituzioni. Nel caso dell’autorità monetaria, «poichè aumenta l’inflazione». Nel caso dell’Anses, poiché «consuma i risparmi previdenziali». Con uno scenario analogo, il Brasile è appena uscito da una conferma elettorale per Dilma Rousseff e il Partito dei Lavoratori (Pt), stessa cosa anche per l’Uruguay, dove il neoeletto Tabaré Vazquez appartiene allo stesso Frente Amplio in cui milita Mujica. Il Frente Para la Victoria di Cristina Kirchner, di taglio peronista progressista, si avvia invece alle presidenziali d’ottobre con i sondaggi sfavorevoli.
Fonte:
Pangea News