Brasile, aumenta creazione nuove microaziende a San Paolo

28/07/2009

La crisi ha ridotto i consumi, fatto aumentare le inadempienze e reso più rischiosi gli investimenti.

Ciononostante, il numero di imprese sorte nello Stato di San Paolo durante il periodo di maggior turbolenza della crisi è stato maggiore rispetto a quanto registrato durante il periodo di calma.

Dati della Giunta Commerciale dello Stato di San Paolo -Jucesp- indicano che tra gennaio e maggio 2009 sono state aperte 74.386 aziende (nello stesso periodo del 2008 ne erano state create 73.426).

Inoltre, nei primi cinque mesi del 2009 hanno chiuso 24.321 aziende, mentre nello stesso periodo del 2008 avevano chiuso i battenti 24.518 aziende.

L’andamento positivo può essere in parte spiegato dalla strategia degli imprenditori che hanno visto nella crisi opportunità di affari. Sempre secondo dati della Giunta Commerciale, in questi tempi di crisi sono state avviate più imprese del settore contabile, auditing, assistenza giuridica, pubblicità e ricerca di mercato, che corrispondono ai servizi che normalmente vengono più richiesti in tempi di crisi.

Questi segmenti hanno raggiunto quota 3.435 nel 2009, mentre nel 2008 si erano fermati a 3.128. Un altro ottimo risultato è stato registrato dal settore della formazione, come le scuole per l’insegnamento di base e le attività sportive: sono state avviate 207 attività in più di questo tipo rispetto all’anno passato. Anche i parrucchieri, le lavanderie, la manutenzione di accessori di informatica, assieme all’attività immobiliare hanno attratto investimenti durante la crisi.

A parte gli investimenti singoli di qualche imprenditore, che hanno approfittato del momento per investire in varie attività, il buon andamento è spiegato anche dall’impatto relativamente morbido del rallentamento delle attività delle imprese brasiliane. Secondo Marco Aurélio Bedê, economista del Servizio di Sostegno alle Micro e Piccole Imprese (Sebrae-SP), il 98% delle aziende che aprono annualmente nel paese è di dimensione micro o piccola, e dipende soprattutto dal mercato interno. Secondo Bedê, questo tipo di aziende ha sofferto di meno per la turbolenza internazionale rispetto agli altri paesi. La crisi ha colpito di più quelli che lavorano con le esportazioni, a causa della diminuzione della domanda estera, e ha anche comportato problemi rilevanti per coloro che hanno necessità di credito.

La maggioranza delle micro e piccole imprese dipende dal consumo delle famiglie, che non è risultato drasticamente colpito. Il risultato positivo non significa che la crisi abbia risparmiato le imprese di San Paolo.
Secondo un sondaggio della Sebrae-SP, su 100 piccoli esercizi commerciali, almeno 63 sono stati provati duramente.

Fonte:
www.ice.it 
Roberto Rais