Borse, campione 2009 è il Brasile, i titoli valorizzati oltre il 120%
06/01/2010
SAN PAOLO – E' la Borsa brasiliana ad avere offerto le migliori performance nel 2009. Le azioni quotate sulla piazza di San Paolo hanno battuto ogni record di valorizzazione con un rialzo del 120,9%.
Il successo brasiliano è sancito dalla banca Morgan Stanley, che ha presentato un panorama del mercato globale delle azioni per l'anno che si chiude.
La Borsa di San Paolo – oggi la quarta al mondo in quanto a valore di scambi – aveva iniziato l'anno con l'indice Bovespa a 40mila punti, e ha concluso l'anno ieri a 68.588 punti, con un rialzo dell'82%.
Dietro il Brasile, secondo l'osservatorio Morgan Stanley, si sono piazzate Indonesia (118%), Russia (101%), India (99%), Cile (80%) ed Argentina (58%). Si tratta, in tutti i casi, di mercati emergenti, più protetti dalla crisi globale e tradizionalmente più soggetti a oscillazioni violente.
Il Brasile è il caso più estremo: non ha quasi risentito della crisi che ha piegato le principali economie mondiali; grazie al mercato interno ed alle misure di incentivo del governo Lula, e grazie all'economia sempre più forte (adesso che è diventato anche un Paese petrolifero) il real è stata la moneta che più ha acquisito valore sul dollaro (e sull'euro) nel corso dell'anno ( 26% rispetto a dodici mesi fa).
Passando ai campioni dell'anno, il gigante petrolifero cinese Petrochina è tornata ad essere la società con la maggiore capitalizzazione borsistica al mondo, con 347 miliardi di dollari, superando il concorrente americano ExxonMobil (325 mld) che gli tolto il primato nel 2008.
Secondo la classifica stilata dal periodico svizzero "Stocks", al terzo posto c'è Microsoft (267 mld), ottava l'anno scorso, quarta l'Industrial & Commercial Bank of China (258), quinta la catena americana di commercio al dettaglio Wal-Mart (203). A seguire, il gruppo petrolifero brasiliano Petrobras (202), la banca inglese Hsbc (201), l'istituto cinese China Construction Bank (195), il gruppo minerario australiano Bhp (193) e la società informatica Usa Google (190).
Fonte:
La Repubblica