Bond: Goldman Sachs in real brasiliano rende il 10%
06/02/2015
Con poco più di 3.000 euro ci si può giocare una scommessa sul Brasile. Come noto il Brasile ha subito lo scorso anno una forte contrazione economica e le previsioni per il 2015 non sono certo incoraggianti, tuttavia analisti ed esperti ritengono che la più importante economia del Sud America sia pronta a ripartire. L’indebolimento del real brasiliano nei confronti del dollaro e i prezzi al ribasso delle materie prime, soprattutto il petrolio, dovrebbero ridare impulso all’export brasiliano. In questo senso, un occhio di riguardo alle valute emergenti è bene riservarlo, senza rischiare grosse fette di capitale approfittando, al contempo, delle fluttuazioni favorevoli del cambio nei confronti dell’euro.
Obbligazioni Goldman Sachs tasso fisso 9,40% 2018
Le obbligazioni recentemente emesse da Goldman Sachs Group, la nota banca d’affari americana, ben si prestano a questi tipo di investimento senza correre particolari rischi relativi all’emittente o al paese: Goldman Sachs gode infatti di rating investment grade (Baa1 per Moody’s) così come il Brasile (Baa2). La nuova obbligazione internazionale (XS1184592613) è stata prezzata alla pari e offre una cedola fissa del 9,4% che viene staccata su base semestrale il 9 febbraio e 9 agosto di ogni anno. Negoziabile al momento solo OTC (over the counter), il bond è acquistabile per tagli minimi di 10.000 reais brasiliani (BRL) con multipli aggiuntivi di mille che, al cambio attuale, corrispondono a circa 3.190 euro. Più precisamente, si tratta di una obbligazione senior bancaria da 115 milioni di reais che verrà rimborsata a scadenza, cioè il 9 febbraio 2018. Al momento le quotazioni indicative sul mercato grigio sono leggermente sotto la pari, intorno a 99,50 per un rendimento lordo a scadenza del 10%.
Il quadro economico del Brasile
Settima economia del mondo, il Brasile si conferma una potenza economica in ascesa, malgrado negli ultimi due anni i tassi di crescita abbiano risentito di un sensibile rallentamento rispetto alla performance del 2010. Nel 2013, infatti, la crescita del PIL brasiliano si é attestata al 2,3% e, per il 2014 si prevede un incremento intorno all’1,5% (dato finale). I fondamentali dell’economia brasiliana sono comunque solidi: un tasso di inflazione annuale sceso dal 13% del 2003 al 5,9% del 2013 e 6,1% del 2014; un debito pubblico lordo pari al 60% del Pil; riserve internazionali di circa 380 miliardi di dollari; un mercato del lavoro che ha raggiunto il livello di piena occupazione e con un bonus demografico ancora in attivo. Più di recente, le turbolenze registrate sui mercati finanziari hanno segnato il deprezzamento della valuta locale, circostanza che sta producendo effetti inflazionistici. Inoltre, sul piano dell´interscambio complessivo, rimane significativo sia il deficit delle partite correnti brasiliane, al 3,6% del Pil nel 2013, sia la forte dipendenza dell´export locale dalla domanda internazionale di materie prime, che ammontano, considerato anche i semimanufatti, a circa il 60% del valore totale delle esportazioni.
Al momento, a conferma del perdurante interesse degli investitori internazionali verso il Brasile, questo Paese resta la terza meta internazionale degli investimenti diretti esteri, dopo Stati Uniti e Cina, con circa 60 miliardi di dollari. Il Brasile ha bisogno, inoltre, di colmare il gap infrastrutturale, far aumentare la produttività industriale e migliorare la formazione del capitale umano.
Fonte:
Investire Oggi