Biodiversità, educazione e lavoro: in Brasile cresce l’albero della vita di Fca

15/07/2015

Una fabbrica che diventa un vivaio e un progetto di ripopolamento verde. Un’altra che fa da prototipo ecologico, con rifiuti zero, emissioni tagliate, il riciclo del 99,4 per cento dell’acqua. E un progetto che ha contribuito all’ascesa sociale ed economica di 21 mila persone. La crescita di un territorio si misura in tanti modi. Con il Pil, ma anche con la varietà di specie che si trovano in natura, con il numero di giorni di scuola persi in meno, e così via. È così che Fca Group ha messo il turbo a pezzi di Brasile. Operando sul territorio dove si trovano le sue fabbriche e sulla comunità da cui vengono i suoi operai. 

Rifiuti zero. In Brasile Fca c’è da quando si chiamava solo Fiat, fin dal 1976. Oggi conta 41 mila dipendenti e due stabilimenti grandi e tecnologicamente avanzati. A Betim, vicino a Belo Horizonte, c’è quella dove nascono i modelli a marchio Fiat. Una grande città produttiva con 19 mila dipendenti, che sforna una macchina ogni 20 secondi. E lo fa senza portare un solo rifiuto in discarica, e riciclando il 99,4 per cento dell’acqua, grazie a sistemi introdotti nel 1998 e poi perfezionati sempre più a livello tecnologico. 

Jeep e biodiversità. Ma è a Goiana, nel Pernambuco che prende corpo il progetto brasiliano più affascinante di FCA. Aperto il 28 aprile 2015, lo stabilimento è costato 2,2 miliardi di euro e serve a produrre la Jeep Renegade. Ma anche a reintrodurre in natura specie che l’ambiente locale è andato perdendo. «Quella di Goiana è una zona storica della canna da zucchero, dove l’industria dell’auto non c’era mai stata», spiega Cristiano Felix, responsabile ambientale di Fca per l’America Latina. «Abbiamo cercato un modo di dare un contributo al territorio e iniziato a studiare la vegetazione locale insieme a un gruppo di università. Si è scoperto che lì nel 1956 c’erano 618 specie naturali. E che gran parte sono andate perdute e in meno di 60 anni – nonostante l’assenza di una vera industrializzazione – ne erano rimaste solo 175». 

Il corridoio ecologico. Ecco da dove nasce l’idea di ripopolare di verde tutti i dintorni della fabbrica. Missione in corso grazie a un vivaio-laboratorio che semina e mette le basi per il recupero del patrimonio naturale originario. «Abbiamo già reintrodotto 102 specie – dice Felix – e nei prossimi mesi arriveremo a 160. Ma l’obiettivo è superare quota 250 specie. E soprattutto creare un corridoio ecologico per consentire a tutta l’area di recuperare parte della biodiversità che ha perduto».  

Il programma sociale. Intorno alle catene di montaggio brasiliane non si pensa però solo alle piante. Ci sono altri semi da piantare, e ci riportano a Betim. Lì Fca ha lanciato già nel 2004 il programma “Arvore da Vida”. «Un programma di ampio respiro, che ha già raggiunto 21 mila persone con iniziative in materia di educazione, lavoro, rafforzamento della comunità», ha spiegato a Expo Laura Viada, sustainability manager del gruppo. È un esempio di come la sostenibilità abbia tanti volti, e sia questione non solo ambientale ma anche sociale. «Stiamo raccogliendo i frutti di tutti i progetti, e li vediamo nei numeri. Gli studenti inseriti nel programma sono passati in dieci anni dal 16 per cento di dispersione scolastica all’un per cento. E l’impatto sul reddito delle famiglie interessate è notevole, e dal 2004 al 2013 è cresciuto del 105,7 per cento». 

Fonte: LaStampa