Bianco, ghiacciato e frizzante. Lo spumante conquista Russia e Brasile
18/10/2010
Il mercato internazionale degli spumanti ha mostrato, nel primo semestre di quest'anno una importante crescita, in controtendenza rispetto alla forte contrazione generale del 2009. Questo in estrema sintesi il risultato di un'analisi sul mercato internazionale del settore eseguita nell'ambito delle attività del CIRVE (Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia ) e presentata durante il Forum Spumanti d'Italia tenutosi a Venezia dal 15 al 17 ottobre. La ricerca ha messo a fuoco una realtà complessa e articolata da cui i produttori italiani di spumante possono trarre interessanti spunti di riflessione per migliorare la loro competitività sul fronte delle esportazioni.
I tre più grandi esportatori di spumanti sono Francia, regina incontrastata con lo champagne, con una stima in valore per il 2010 di circa 2 milioni e 300 mila euro, seconda l'Italia con una stima in valore di 408 milioni di euro, terza la Spagna con circa 317 milioni di euro. Tuttavia se si vanno a vedere le stime per volume, l'Italia sempre per il 2010, andrebbe a eguagliare la Francia con circa 240 milioni di bottiglie. Interessante capire anche quali sono le destinazioni principali dell'export italiano, nel 2009 la Germania è stato il primo paese con il 20,4% del valore, a seguire Stati Uniti con il 16,4% , il Regno Unito con il 10,9% e la Svizzera con il 7,3%, dati tutto sommato omogenei a quelli del 2004.
Le novità invece arrivano dai mercati medio-piccoli, per esempio la Russia dal 2004 al 2009 ha più che raddoppiato l'importazione di spumanti italiani passando dal 2,4% del 2004 al 5,6% del 2009, come del resto l'Austria passata dal 1,5% al 4,4%.
Ma anche i paesi dall'economia emergente come Estonia, Brasile, Argentina stanno incrementando le importazioni di spumante.
"L'Italia ha superato il periodo più profondo della crisi economica internazionale rafforzando la sua competitività – ha concluso Eugenio Pomarici – e dovrebbe prestare maggiore attenzione ad alcuni mercati minori molto dinamici".
Fonte:
Il Sole 24 Ore