Benvenuto a Matteo Marzotto, nuovo Presidente dell’ENIT
09/01/2009
Promuovere l’Italia, una sfida su misura. Fra le sue opinioni più convinte c’è quella che “senza la qualità non si va da nessuna parte, non basta trincerarsi dietro l’Italian Style”
Il 23 giugno scorso, a chiusura della Conferenza per il turismo di Riva del Garda, il Sottosegretario al Turismo Michela Vittoria Brambilla, ha annunciato il cambio della guardia al vertice dell’Enit, confermando le indiscrezioni dei giorni precedenti: il nuovo presidente è Matteo Marzotto, 41 anni, presidente del gruppo Marzotto, che succede al dimissionario Umberto Paolucci.
La nomina di Marzotto è avvenuta d’intesa con le Regioni: “È una persona di cui ho grandissima stima – ha affermato il Sottosegretario – credo che la promozione del turismo italiano e quella del Made in Italy debbano andare di pari passo per rendere più efficace il marketing della destinazione. Marzotto ha ottime competenze manageriali, essenziali a questo ruolo in Enit, e conoscenza dei mercati internazionali”.
Questa l’ufficialità, ma chi è veramente Matteo Marzotto? Di lui spesso si è avuta una immagine glamour. Bello, elegante nei modi oltre che nel vestire, noto per essere stato fino a pochissimo tempo fa presidente del Valentino Fashion Group, egli possiede una serie di capacità manageriali e imprenditoriali, oltre che etiche ed estetiche, apprese alla dura scuola del lavoro. Con due maestri, il padre e soprattutto lo zio Pietro, presidente dell’omonimo gruppo quando Matteo, finito il liceo, ha voluto entrare nel mondo del lavoro.
Una scuola dura, senza fronzoli, come il carattere dello zio, uomo capace di andare subito al sodo dei problemi e capace di decisioni senza ripensamenti, ma che gli ha dato la giusta preparazione per affrontare, dapprima come direttore generale poi come presidente, il gruppo al quale dal 2002 appartiene il brand Valentino.
Oggi, come ha confessato in una intervista, rimpiange di non aver completato gli studi universitari, confidando che “l’istruzione e la formazione abbiano maggior valore”, ma la sua università è stata l’azienda, dove ha acquisito quelle conoscenze pratiche, non solo della professione, ma anche degli uomini, del mercato, dell’ambito internazionale, nel quale si è mosso, e dove dovrà svolgere con il nuovo incarico la missione affidatagli dal Governo.
Per i suoi meriti professionali ha ricevuto l’anno scorso il Premio Leonardo Qualità Italia, un riconoscimento prestigioso, che tuttavia Matteo Marzotto non ha considerato “un punto di arrivo ma un punto di partenza” che lo “obbliga a un rigore ancora maggiore”, lo “carica di maggiore energia”, perché – spiega – “questi premi stimolano in chi li riceve la responsabilità per poterli continuare a meritare”.
L’acquisizione del brand Valentino – come racconta lo stesso Marzotto – non è stata una passeggiata, e i primi due anni sono stati duri, perché la società era da rifondare sotto il profilo organizzativo. Ma “con il buon senso e con il lavoro quotidiano” ha saputo “costruire degli ottimi meccanismi e un forte senso di squadra”.
Adesso, dopo la cessione al fondo Permira, Matteo Marzotto è uscito dall’azienda. Ma la sfida dell’Enit non è da meno, perché il turismo è uno degli obiettivi primari del nuovo Governo, che intende far riconquistare al nostro Paese il primato che gli compete. E dovrà usare tutte le qualità di leadership che padre e zio gli hanno trasmesso, “insegnandogli ad avere coraggio”, coraggio che soprattutto lui riconosce al nonno Gaetano, il fondatore del gruppo. Essere a capo di un’azienda complessa non ha mutato il suo carattere, perché “cerco sempre di rimanere me stesso”, mantenere “un modo informale di relazionarmi con gli altri”.
Fra le sue opinioni più convinte c’è quella che “senza la qualità non si va da nessuna parte, non basta trincerarsi dietro l’Italian Style”. “Sono dell’idea che il Made in Italy – ha affermato più volte – sia una definizione e non necessariamente una garanzia per un prodotto, specialmente quando si cominciano a fare degli errori e a scivolare verso il basso rispetto al posizionamento. La qualità è quella che ci distingue, ci ha distinto e ci dovrà distinguere nel futuro”. Ora dovrà trasmettere questo concetto della “qualità innanzitutto” a tutti gli operatori del turismo di casa nostra, perché possano con fierezza e coerenza trasferirlo in tutto il mondo, per promuovere il nostro Paese. Sappiamo che ce la metterà tutta perché ama le sfide (come quando in moto si faceva la Parigi Dakar). E, dal momento che questo desiderio di far l’Italia più forte e migliore ci accomuna, non possiamo far altro che augurargli il successo.
Fonte:
ItalPlanet News