Bce, tassi invariati allo 0,50%. Draghi: «Resteranno così a lungo»

01/08/2013

La Banca centrale europea non ha rivisto la sua politica monetaria, lasciando i tassi ai minimi storici (0,50%) e facendo intendere che non ci sono rialzi previsti a breve. La decisione è stata presa all'unanimità, era prevista e fa seguito a una serie di segnali macro-economici che indicano timidi segnali di ripresa nell'economia dell'Eurozona. L'Eurotower da tre mesi non ritocca la sua refinancing rate (il suo tasso di riferimento) dopo averla abbassata di un quarto di punto lo scorso maggio.

Al suo presidente Mario Draghi spetta il compito di ridare fiato alle economie del Vecchio continente, guardandosi dal rischio di rialzare il costo del denaro troppo presto e frenare la ripresa. Nel corso della tradizionale conferenza stampa Draghi è tornato a rassicurare i mercati che gli attuali tassi d'interesse ai minimi storici sono destinati a rimanere tali «a lungo», anche in virtù del fatto che per il momento non si intravedono pressioni inflazionistiche, neppure spingendosi verso il medio termine. Quanto alla crescita, Draghi ha detto che la Bce prevede prima un periodo di stabilizzazione e quindi una ripresa molto graduale.

Sul fronte del credito Draghi ha spiegato che il calo su base annua dei prestiti alle imprese è peggiorato ulteriormente, mentre la stretta del credito alle famiglie resta sui livelli precedenti.

La decisione della Bce segue quella della Bank of England che ha lasciato i tassi di riferimento invariati allo 0,5 per cento confermando il livello raggiunto nel marzo del 2009 e non più modificato da oltre quattro anni. La BoE ha deciso inoltre di confermare anche il programma di acquisto di bond, misura di quantitative easing, per 375 miliardi di sterline.

 

Fonte:
Il Sole 24 Ore