Balzo inatteso della produzione industriale ad agosto
10/10/2016
Secondo i dati Istat le fabbriche italiane hanno segnato una crescita dell'1,7% sul mese precedente e addirittura del 4,1% sul 2015: quest'ultimo è il maggior scatto da cinque anni. Ancora trainante il mercato dell'auto. Più possibilità di centrare gli obiettivi di crescita. Csc: "A settembre calo dell'1,8%"
MILANO – Balzo a sorpresa della produzione industriale in Italia ad agosto: secondo i dati dell'Istat – destagionalizzati e corretti per gli effetti del calendario – è cresciuta dell'1,7% rispetto a luglio 2016 e del 4,1% dall'agosto 2015. Il raffronto tendenziale, cioè la variazione su anno, è il migliore da cinque anni a questa parte, cioè da agosto 2011. Si tratta inoltre di un risultato ben migliore delle attese: nella nota mattutina, gli economisti di Intesa Sanpaolo stimavano un calo mensile dello 0,1% della produzione, per affidarsi quindi a un rimbalzo poi a settembre.
La crescita che alla fine è emersa dai dati ufficiali non deve lasciar andare a facili entusiasmi: questa crescita, si legge nella nota dell'Istat, deriva "da variazioni realizzate in un mese tipicamente caratterizzato da livelli di produzione molto bassi" e porta a un incremento dello 0,4% nel trimestre giugno-agosto 2016 rispetto al precedente. Nei primi otto mesi l'aumento è dell'1% rispetto al 2015.
Se si guarda al dettaglio dei dati Istat, emerge come la situazione sia ancora eterogenea. Nell'agosto scorso, i comparti che hanno registrato la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+19,2%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+13,6%) e della fabbricazione di macchinari (+11,7%). In particolare si è registrato il balzo della produzione di auto, una costante negli ultimi mesi: ad agosto l'indice delle quattro ruote è aumentato del 41,9% sul 2015 e nei primi otto mesi dell'anno la produzione di autoveicoli è salita del 9,5%. Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell’attività estrattiva (-17,7%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-5,3%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,0%).
L'economista di Unicredit Loredana Federico, collegando il balzo inatteso in particolare alla ripresa dell'attività manifatturiera e ai beni strumentali, spiega in una nota che "se questo trend venisse confermato nei prossimi mesi – considerando che agosto è caratterizzato da alta volatilità che richiede cautela nel giudizio – potrebbe far presagire a un buon recupero degli investimenti". Resta però il riflesso della debole domanda interna e del calo dei nuovi ordini (segnalato da altre indagini Istat), che oggi si manifesta con la diminuzione della produzione di beni di consumo, sia durevoli che non. Nel complesso, comunque, questi dati a sorpresa sulla produzione industriale rafforzano le chance di vedere una crescita del Pil italiano nel corso del terzo trimestre dell'anno, che secondo l'analisi di Unicredit dovrebbe far registrare un +0,1% sul trimestre precedente.
Concorda nel giudizio e nella prudenza Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo, secondo il quale "il balzo di agosto non dovrebbe essere eccessivamente enfatizzato: tra l'altro è comune ad altri Paesi europei, tra cui Germania (+3,3% m/m) e Francia (+2,1% m/m) e, come altrove, ha riguardato i beni capitali, il macro-settore più volatile". Per settembre si attende ora una correzione, "visto che il dato di agosto è in qualche modo 'anomalo'. In ogni caso, l’industria dovrebbe essere tornata a contribuire al valore aggiunto in estate dopo aver frenato l’attività economica in primavera".
In sintesi, il dato aggiunge evidenza alla nostra idea che il PIL potesse tornare a crescere già nel trimestre estivo dopo la stagnazione primaverile. Anzi sulla base dei dati di produzione industriale la crescita del Prodotto Interno Lordo potrebbe risultare anche superiore allo 0,2% t/t che prima del dato valutavamo come possibile in un’ipotesi ottimistica. Tuttavia, occorre aspettare i numeri sulla produzione industriale di settembre, e più in generale i dati autunnali (meno viziati dalla volatilità estiva), per farsi un’idea più precisa dell’evoluzione dell’attività economica. Le indagini di fiducia sulle imprese sono risultate migliori del previsto a settembre, ma non segnalano certo un “boom” in particolare nell’industria.
In ogni caso, dopo questo dato sembrano ridursi i rischi al ribasso sull’obiettivo di crescita del PIL allo 0,8% nel 2016.
L'Unione nazionale consumatori parla di "ottimi dati", ma aggiunge che "i beni di consumo sono ancora in calo su base annua dell'1,3% nei dati corretti per gli effetti di calendario. Se poi confrontiamo i dati di oggi con quelli pre-crisi, allora la strada da percorrere è ancora lunghissima. Rispetto ad agosto 2007, la produzione industriale registra una caduta dell'11,7%". In particolare, tra agosto 2007 e l'agosto scorso, i beni durevoli "registrano un crollo record del 40,3%. Un dato che la dice lunga sul fatto che durante la crisi le famiglie sono state costrette a rinunciare agli acquisti dei beni più costosi. Ora, rispetto ad agosto 2015, si registra per questa voce un rialzo dello 0,6%. Una novità positiva, ma certo la risalita sarà lunga e faticosa".
La rilevazione del Centro studi di Confindustria, tuttavia, smorza gli entusiasmi: a settembre la produzione sarebbe calata dell'1,8% rispetto ad agosto: nel terzo trimestre dell'anno l'ufficio studi di Confindustria stima un aumento dell'attività dello 0,8% sul secondo, quando si era avuto un arretramento dello 0,2% sul primo. Tale andamento, spiegano i tecnici di viale dell'Astronomia, è coerente con un moderato incremento del Pil nei mesi estivi, dopo la stagnazione rilevata in primavera. Il quarto trimestre 2016 eredita così una variazione congiunturale della produzione industriale pari a -0,6%.
Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2016/10/10/news/balzo_inatteso_della_produzione_industriale_ad_agosto-149460253/