Auto: II mercato italiano perde colpi, Fiat tiene la quota di mercato

09/01/2009

Ancora in calo a luglio il mercato italiano dell’auto: dopo il -12,56% segnato a giugno, anche il mese scorso le immatricolazioni di vetture nuove – secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti – hanno subito, rispetto a luglio 2005, una flessione dell’11,53% attestandosi a 189404 unità, contro le 214083 registrate un anno fa; a giugno, invece, le immatricolazioni erano state 206794.

Il consuntivo dei primi sette mesi dell’anno resta comunque positivo: le vetture immatricolate dall’inizio dell’anno sono state oltre un milione e mezzo, con una crescita del 5,11 per cento.

Fiat limita i danni e resta sopra quota 30%. Fiat è andata meglio del mercato, seppure in lieve calo dopo mesi di andamento positivo: sono state immatricolate 58.123 vetture, -1,09% rispetto a luglio 2005, quando il gruppo torinese aveva immatricolato 58.768 unità. A giugno, invece, Fiat Auto aveva immatricolato 63.238 vetture, in crescita dell’1,71% rispetto a giugno 2005. Nei primi sette mesi dell’anno il Lingotto ha immatricolato 464.928 vetture, in crescita del 16,68% rispetto alle 398.433 dello stesso periodo di un anno fa. Quanto alla quota di mercato si è consolidata oltre il 30% da ormai sette mesi attestandosi al 30,69%, in progresso sia rispetto a luglio 2005, quando segnava il 27,45%, sia rispetto a giugno, quando era al 30,58 per cento. Analogo il dato sulla quota dall’inizio dell’anno: 30,68%, in crescita rispetto al 27,64% dello stesso periodo del 2005. a fronte del 27% di un anno fa. Sul versante dei marchi il calo per Fiat è stato dello 0,75% a 44.248 vetture vendute, mentre per Lancia è stato del 7,65% (7.892 unità). In rialzo, invece, del 6,12% Alfa Romeo a 5.983 vetture vendute. Nei sette mesi a fine luglio la quota di mercato del Lingotto si è attestata al 30% dal 27% dello stesso periodo del 2005, mentre le consegne sono aumentate del 16,6% a 465.718 unità.

Anfia, Unrae e Promotor: colpa del fisco e del caro-carburante. Secondo il centro studi Promotor (Csp) è ancora l’effetto bisarche a pesare sulla flessione delle immatricolazioni in luglio. La contrazione sarebbe dovuta in parte ad un confronto non omogeneo perché le immatricolazioni del luglio 2005 vennero alimentate anche dalla consegna di vetture ordinate nei mesi precedenti e non consegnate per il lungo sciopero di maggio. Al di là di questo elemento – sottolinea Csp – il dato di luglio è però riconducibile anche ad un indebolimento della domanda dovuto a diversi fattori, tra cui i continui aumenti del prezzo della benzina, il mancato intervento per sterilizzare il meccanismo fiscale che esalta l’impatto del rincaro del greggio sul prezzo alla pompa, l’affiorare di orientamenti fiscali punitivi per l’automobile (eliminazione degli ammortamenti anticipati), il permanere dei premi di assicurazione su livelli elevatissimi nonostante il calo degli incidenti e la riaffermata esigenza di interventi per contenere la spesa pubblica. Nonostante i cali di giugno e di luglioSecondo Csp, ci sono le condizioni per chiudere il 2006 in crescita.

Anche secondo l’Anfia (l’associazione nazionale fra industrie automobilistiche) il caro-carburante è uno dei fattori determinanti della caduta delle immatricolazioni, in particolare l’attesa «l’attesa per un ulteriore rialzo dei prezzi dei carburanti, già ai massimi storici, come conseguenza dei nuovi conflitti armati iniziati in Medio Oriente». Infine, secondo l’Unrae (Unione nazionale dei rappresentanti di autoveicoli esteri) si profila un secondo semestre «sul filo del rasoio» per il mercato dell’auto che sconta l’effetto negativo del caro-carburanti e della pressione fiscale.

Fonte:
Il Sole 24 Ore