Atmosfera brasiliana a Trento
09/01/2009
Un omaggio ai drammi dell’emigrazione italiana nel mondo, con un occhio di riguardo alle storie ‘trentine’
Trento – Folla delle grandi occasioni, ieri sera a Trento, dove l’Assessorato Provinciale all’Emigrazione, in collaborazione con la Protezione Civile, sta realizzando la settimana “Le radici dell’albero” in occasione dei 130 anni di emigrazione trentina in Brasile. Folla di trentini e di trentino-brasiliani che si sono assiepati nel tendone per una magica serata di luci, immagini, canzoni e testi che il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella, Gualtiero Bertelli e i componenti della Compagnia delle Acque hanno proposto con lo spettacolo ‘Odissee di terra e di mare’.
Un omaggio serio, il loro, ma mai retorico: un omaggio ai drammi dell’emigrazione italiana nel mondo, con un occhio di riguardo alle storie ‘trentine’, che hanno scritto pagine a tutto tondo fatte di tenacia ma anche di sogni infranti, di successi e di fallimenti. Il pubblico, attento e coinvolto in prima persona, si è lasciato volentieri trascinare dai ritmi incalzanti delle canzoni, ma ha anche ascoltato con attenzione e partecipazione emotiva alla narrazione di queste storie semplici e quotidiane, raccontate da Gian Antonio Stella con lo stile del narratore che riesce a gestire la semplicità della parola per esprimere la profondità dei drammi raccontati.
Sempre con un occhio sensibile e mai indifferente al fenomeno contemporaneo dell’immigrazione. “Quel che sono stati i nostri bisnonni centotrent’anni fa in giro per il mondo – ha detto Stella, – oggi lo sono gli Albanesi, i Marocchini, i Senegalesi… Perché allora erigere barriere contro l’integrazione e l’incontro delle culture diverse?”.
Nel pomeriggio, invece, la settimana ‘trentino-brasiliana’ aveva regalato altre emozioni ai numerosi trentini accorsi in Piazza Fiera e alla folta delegazione brasiliana, composta tra gli altri dalle ragazze del gruppo Volley di Nova Trento, dal gruppo folk di Rodeio, dal Coro Stella Alpina di Piracicaba, che hanno saputo portare a Trento l’esuberanza e la vivacità tipiche del Brasile. Esuberanza e vivacità che sono state ben impersonate anche da Ivette Marli Boso, giovane studiosa trentino-brasiliana nata a Nova Trento, ma da molti anni ormai residente a Trento, che ha riunito in un solo libro, “Noialtri chi parlen tuti en Talian – Dialetti trentini in Brasile”, i materiali elaborati per le due tesi di laurea della sua carriera accademica, la prima all’università dello Stato di Santa Caterina, in Brasile, la seconda in Italia.
Pubblicato dal Museo Storico in Trento, “il libro di Ivette – ha esordito Quinto Antonelli nel presentare l’autrice, – è senz’altro un libro difficile, ma è una di quelle opere che restano, che mantengono la loro validità anche con il passar del tempo. Un libro in cui Ivette ha saputo trasferire tutte le informazioni e le riflessioni nate nel corso delle ricerche, ma facendo anche intuire il profondo amore sia per la propria terra natale, in Brasile, sia per quella di origine, il Trentino”.
Fonte:
Notiziario NIP – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 180 – Anno XII, 16 settembre 2005