Al via Torino 2006, scintille e passioni
09/01/2009
Alle 20 precise è cominciata la cerimonia d’apertura delle XX Olimpiadi invernali.
È toccato al ginnasta Jury Chechi aprire lo spettacolo colpendo un grande incudine con un martello. Poi una bambina vestita di tricolore ha intonato l’inno di Mameli mentre il presidente Ciampi si accomodava in tribuna d’onore e veniva innalzata la bandiera italiana.
Torino 2006 si è aperto con un concerto metropolitano diretto dallo sciamano Yuri Chechi che, al risuonare del gong, con un martello ha battuto su un’incudine da cui sono uscite le fiamme. Hanno fatto il loro ingresso le «scintille di passione», espressione di stile, velocità ed energia sui pattini. L’ex top model e ora cantante Carla Bruni ha consegnato al picchetto d’onore dei Carabinieri la bandiera tricolore per la cerimonia dell’alzabandiera.
LE DUE COREE INSIEME – Quindi è iniziata la lunga sfilata degli 80 Paesi partecipanti al suono della musica disco anni Settanta. La Corea del nord e del sud hanno sfilato insieme, annunciate dallo speaker con un’unica espressione «Corea». Nelle competizioni però le due squadre gareggeranno separate.
PER ULTIMA SFILA L’ITALIA – Per ultima, come vuole la tradizione, ha sfilato la nazione ospitante: in questo caso l’Italia. Gli azzurri hanno sfilato con le note della musica di Jovanotti e «Figli delle stelle» di Alan Sorrenti. Carolina Kostner, nostra portabandiera, ha aperto la delegazione con gli atleti vestiti con una giacca a vento lunga di colore argento con collo di pelliccia. «Ringrazio tutta la gente che mi ha permesso di vivere un’emozione unica», ha detto la Kostner. «La gioia è indescrivibile, è un grandissimo onore. Sono felice di essere qui e di aver sfilato in una cerimonia bellissima».
SBANDIERATORI E DANZA – Dopo i versi danteschi decantati da Giorgio Albertazzi, tocca a cento sbandieratori, provenienti da tutta Italia, rappresentare i tempi dal Medioevo al Barocco. Quindi fanno il loro ingresso i costumi del Rinascimento, creati dal premio Oscar Gabriella Pescucci, tra scene di banchetti principeschi. Non mancano le «crinoline» alte quattro metri. Segue la nascita di Venere: da una conchiglia esce Eva Herzigova. Non mancano le sfere volanti, sole e luna, a rappresentare il cammino verso il Barocco, fino ai fuochi d’artificio.
LA FERRARI – Il primo ballerino della Scala, Roberto Bolle, danza sulle note dal Futurismo al futuro. Infine, prima delle dichiarazioni ufficiali delle autorità: entra la Ferrari guidata da Luca Badoer. La Rossa cambia le ruote al pit-stop e, accelerando tra il fumo delle gomme, disegna i cerchi olimpici.
I DISCORSI – Dapprima il presidente del Toroc (comitato organizzatore locale) Valentino Castellani: «Torino è fiera di diventare la città di tutti, la vostra città, la vostra casa». Poi ha preso la parola il presidente del Cio (Comitato olimpico internazionale) Jacques Rogge, che ha parlato in parte in italiano ringraziando anche i volontari: «Rendete i Giochi quella magia che tutti noi desideriamo, non solo con i vostri risultati, ma soprattutto attraverso il vostro comportamento».
CIAMPI: «DICHIARO APERTI I GIOCHI» – Alle 22,09 Carlo Azeglio Ciampi con un brevissimo discorso dichiara «aperti i XX Giochi olimpici invernali». Subito dopo entra la bandiera olimpica retta da otto donne: per l’Italia Sophia Loren e Manuela Di Centa. Di seguito all’inno olimpico, Claudio Baglioni dirige l’inno delle Olimpiadi di Torino 2006.
GIURAMENTI – Giorgio Rocca ha giurato a nome degli atleti. Giuliana Chenal Minuzzo, che giurò a Cortina ’56, ha consegnato la bandiera allo slalomista italiano. Poi il giuramento dei giudici a opera di Fabio Bianchetti. Una danza di pace con ballerini a mezz’aria ha anticipato il momento più atteso: l’entrata della fiaccola olimpica e l’accensione del braciere. A sorpresa prima c’è un messaggio di pace di Yoko Ono, seguito da «Imagine» cantata da Peter Gabriel.
LA FIAMMA – È Alberto Tomba a entrare nello stadio con la torcia olimpica. La «Bomba» cede la torcia ai quattro staffettisti della 4×10 km di fondo, oro a Lillehammer ’94 (una delle più grandi vittorie di tutti i tempi nella storia dello sport italiano): De Zold, Vanzetta, Albarello e Fauner. Che la danno a Piero Gross, oro nello slalom a Innsbruck ’76. Il piemontese la cede alla tre volte olimpionica Deborah Compagnoni, la quale la dà all’ultimo tedoforo: Stefania Belmondo. Alle 22,34 la cuneese accende il braciere.
PAVAROTTI – Dopo la spettacolare accensione del braciere, Pavarotti intona il «Nessun dorma» dalla Turandot di Puccini. Infine, fuochi d’artificio.
Fonte:
Corriere della Sera
10 febbraio 2006