2006 positivo per il Made in Italy

09/01/2009

MILANO – La banca d’affari americana Merril Lynch mantiene il proprio giudizio ‘outperform’ sul settore delle moda e per il Made in Italy prevede un fatturato in crescita del 18% a fine 2006 con un progresso del margine operativo lordo pari al 23%. E’ quanto ha indicato Paola Durante, capodipartimento corporate broking di Merril Lynch, nel corso del Milano Fashion Global Summit 2006, un convegno che ha messo a confronto le diverse esperienze dei protagonisti del lusso.
Secondo la banca d’affari, “le società del lusso quotate in borsa sono maggiormente visibili e il settore è piaciuto molto agli investitori, come hanno testimoniato le recenti quotazioni”. Si tratta peraltro di un “settore ciclico per antonomasia, che può subire rallentamenti improvvisi a seconda dell’andamento dell’economia Usa o di altre condizioni esterne” per cui in generale si tratta di titoli “ad alta volatilità”.

Secondo l’analista di Merrill Lynch “per i prossimi tre mesi il settore proseguirà la propria corsa” facendo meglio degli altri indici di Borsa. Tra le criticità viene in parte confermato il problema indicato dal ministro per il commercio estero Emma Bonino relativo alla “distribuzione nei Paesi emergenti”. Secondo Durante “per mantenere le proprie posizioni, il made in Italy deve agire sulla propria capacità distributiva” anche se “il brand resta un valore a valle necessario”. Proprio il Made in Italy, nell’ambito del comparto moda e lusso “rappresenta un valore aggiunto, ma dobbiamo essere bravi a mantenerlo facendo sì che tutto il Made in Italy continui ad essere tale rivolgendo un’attenzione alla qualità sempre maggiore”.

Riguardo al nodo delle possibili aggregazioni “sono processi probabili, però ci sono anche molte società gestite da famiglie che non intendono vendere”. Non è detto poi che quest’ultimo aspetto sia un “freno alla crescita” in quanto, secondo Paola Durante, “quello che la famiglia deve fare è aprirsi alla cultura manageriale” senza necessariamente abbandonare la posizione di controllo nella società”.

Fonte:
L’Espresso