Lombarda Sara Colombo svela fatti su moda, design e sostenibilità a Milano
Nato a Saronno, l’ingegnere di produzione ha vissuto nel capoluogo lombardo fino al 2014, prima di trasferirsi in Brasile
Bruna Galvão
Sara Colombo e la figlia in Natale a Milano / Archivio personale
La lombarda Sara Colombo, 45 anni, ha grandi referenze dalla sua terra. Nata dal piccolo Saronno, ha trascorso gran parte della sua vita adulta a Milano, dove ha vissuto fino al 2014, prima di trasferirsi in Brasile, dove da allora vive.
Ingegnere di produzione, Colombo commenta la forte presenza di sostenibilità e consumo consapevole nel capoluogo lombardo, sia nella moda, nel design, nelle aree urbane o nel cibo. Per lei, nella metropoli milanese, con più di 1,5 milioni di abitanti, predomina il minimalismo: “less is more”.
Anche così, non manca di sottolineare gli aggiornamenti in città incorporando tendenze di altri luoghi, ma senza tralasciare la formalità: un marchio regionale. “Un milanese indossa una maglia anche per andare al mare, ma in questo caso sarebbe lino”, esemplifica.
Colombo cita anche i suoi luoghi preferiti in Lombardia e racconta cosa le manca della regione. Guarda.
1- Milano è la città della moda e dei grandi marchi. Come vedi la moda in giro per la città? Quali sono le differenze nel modo di vestire di lombardi e brasiliani?
Milano è una città molto elegante, molto formale, anche perché ha un’alta concentrazione di banche e società finanziarie dove permangono codici di abbigliamento più rigidi: le donne difficilmente possono lavorare in gonna senza collant e gli uomini entrano in ufficio solo con giacca e cravatta.
A Milano c’è stato un evento di riferimento: “la prima alla Scala”, la serata di inaugurazione della stazione dell’opera presso il rinomato teatro [Teatro alla Scala]. La prima dell’evento, che coincide con il giorno del santo patrono della città, Sant’Ambrogio, il 7 dicembre, è da sempre un vero e proprio corteo di alta moda tra il pubblico del teatro. Ma negli ultimi anni, la città si è trasformata ed è ora molto internazionale incorporando tendenze della moda che provengono da altrove, come lo Street Style o l’ultima moda Hipster.
Le settimane della moda rimangono estremamente importanti per l’economia della città. Oggi, più che le belle riviste in edicola, la moda è fatta principalmente da influencer in ambito digitale. La più grande è Chiara Ferragni, che ha creato la figura dell’influencer [moda internazionale].
Galeria Vittorio Emanuelle, una delle roccaforti dell’alta moda, a Milano / Federico di Dio, Unplash
La mia impressione è che a Milano sia ancora valido il concetto di minimalismo, “less is more”: indossare un solo gioiello, ma poco visibile; dare la preferenza a un solo colore; prediligono capi senza tempo, ma con grande attenzione alla qualità del prodotto.
La moda brasiliana mi sembra più colorata, proprio perché l’estate qui dura più a lungo. Qui c’è anche una maggiore attenzione al corpo femminile, i cui stereotipi nei due paesi sono molto diversi: mentre in Brasile si valorizzano le curve femminili, a Milano si apprezza la donna molto alta e magra, secondo i costumi d’alta moda.
Anche gli uomini italiani sono molto ben vestiti e non indosseranno mai una maglia da calcio fuori dallo stadio! È raro vedere un milanese indossare una t-shirt: indossano una camicia anche per andare al mare, ma in questo caso sarebbe lino!
2- All’interno di un consumo responsabile, i negozi dell’usato sono super alti. Milano ne ha diversi famosi, come Cavalli & Nastri e Lipstick Vintage, che oltre a portare pezzi di design a un prezzo inferiore, sono anche vere roccaforti dei pezzi vintage. Di solito estrai questo tipo di posto?
Fin da quando ero piccolo ricordo diversi negozi dell’usato a Milano e in Lombardia: ce n’era uno che andavo sempre a trovare con la mia migliore amica, “Salvagente”, e avevano molti punti vendita. C’erano anche negozi dell’usato di abbigliamento per bambini, il che ha molto senso, dal momento che i bambini perdono i vestiti molto rapidamente. Inoltre, gli influencer spesso vendono i pezzi che hanno vinto o acquistato su siti come “Enjoei” [sito brasiliano per parti usate] e spesso donano i soldi della vendita a una causa benefica.
3- Il Salone del Mobile di quest’anno ha portato anche la sostenibilità e la consapevolezza ambientale come punti di forza. Come vede questi brand nella vita quotidiana della città?
Quanto amo il Salone! Se dovessi scegliere la cosa italiana che mi manca di più, senza dubbio, sarebbe l’atmosfera del Fuorisalone, che segnava anche l’arrivo della primavera! Milano è una città ad alta sensibilità ambientale. Ricordo, ad esempio, quella raccolta selettiva iniziata tanti anni fa e presa sul serio fin dall’inizio: separavamo tutto in modo carino e le multe erano altissime per chi non lo faceva bene. Ricordo anche che invece di acquistare l’acqua in bottiglie di PET, usavamo una brocca con filtro, poiché non è comune avere un filtro per l’acqua in cucina lì.
Sara Colombo (la prima, in bianco) durante un giro in bicicletta con le amiche a Milano / Archivio personale
Milano ha molte piste ciclabili. Ad oggi in città esiste uno dei più grandi progetti di mobilità condivisa al mondo: non hai bisogno della tua auto, basta andare per strada e usarne una che un vicino ha appena parcheggiato!
E Milano ha una Food Policy molto interessante, i cui cinque pilastri sono: garantire a tutti l’accesso al cibo sano, promuovere la sostenibilità del sistema alimentare, l’educazione alimentare, combattere lo spreco e sostenere e promuovere la ricerca agroalimentare regionale.
4- Quali sono i tuoi posti preferiti in Lombardia?
Oltre a Milano, che è una città bella ed elegante, particolarmente amata dai san Paolo, i miei posti preferiti in Lombardia sono: Cernobbio e migliaia di altri paesi del Lago di Como, la regione del fiume Po pavese, con i suoi meravigliosi vini e food, Bergamo Alta e il Parco Nazionale dello Stelvio.
Il fiume Po a Pavia, uno dei luoghi lombardi preferiti da Sara Colombo / Unplash
C’è anche un borgo chiamato Grazzano Visconti, che è molto bello. La sua storia è molto bella: fu costruita nel 1915 in stile medievale.
Un’altra cosa che amavo quando vivevo lì era salire su un aereo e in poco più di un’ora andare ovunque in Europa!