Via Francigena: percorso di storia e arte in Lombardia

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Uno dei più importanti itinerari culturali riconosciuti dal Consiglio d’Europa, la Via Francigena è un’antica via cristiana che collega l’Inghilterra al Vaticano, per un totale di 2.000 chilometri. In Lombardia questo percorso religioso si estende per 120 chilometri e comprende 13 località: Palestro, Robbio, Mortara, Tromello, Garlasco, Gropello Cairoli, Pavia, Belgioioso, Santa Cristina e Bissone, Chignolo Po, Lambrinia, Orio Litta e Corte Sant’Andrea.

Roccaforte di capolavori e costruzioni antiche, teatro di conflitti internazionali e territorio di famiglie nobili europee, attraversare la Via Francigena Lombarda significa imbattersi in storia e arte da ogni lato. I suoi rilievi di pianure e fiumi invitano anche a un’immersione nella vita contadina.

Scopri alcuni dei principali riferimenti del percorso, che è diviso in quattro tappe – ce n’è una quinta in alternativa. L’informazione è del governo lombardo. Per seguire tutti i luoghi d’interesse della Via Francigena Lombarda, clicca qui.

1- Da Palestro a Tromello

Basilica di San Lorenzo in Mortara / Visit Pavia

Palestro, punto di partenza nel territorio italiano della Via Francigena, ha già molto da raccontare. Appartenente al comune di Pavia, il percorso è caratterizzato dallo stile romanico. La città ospita la millenaria pieve di San Martino de Tours, grande esempio di romanico in Lombardia. Costruita intorno all’anno 1000, conserva al suo interno un ciclo di affreschi del 1400. Altro pezzo forte è l’Ossario, opera dell’architetto lombardo Giuseppe Sommaruga, rappresentante dello stile liberty dell’800.

Seguendo il fiume Sesia, si raggiunge la frazione di Robbio, con due gioielli romanici: le chiese di San Valeriano e di San Pietro. Il primo fu un convento dell’Ordine di Cluny dell’XI secolo, che divenne un punto molto importante lungo la Via Francigena in quanto ospitò messaggeri pontifici e imperiali. La seconda è ricca di affreschi che evocano la ricerca del silenzio e il culto dei santi.

Tra Robbio e Mortara si trova la chiesa di Santa Maria del Campo, che custodisce opere di epoche diverse, come i dipinti cinquecenteschi dell’artista lombardo Giovan Battista Crespi, detto il “Cerano”.

Mortara è l’apice del tratto della Via Francigena in termini di cultura nell’arte, portando la raffinatezza dell’arte italiana. Ne è un esempio la Basilica di San Lorenzo, progettata da Bartolino da Novara alla fine del XIV secolo, con facciata gotica e numerose opere di famosi pittori.

2- De Tromello a Pavia

Santuario della Madonna della Bozzola in Garlasco / Visit Pavia

La seconda tappa della Via Francigena, con partenza da Tromello, presenta importanti affreschi della cultura locale: la Madonna della Donzellina, la Madonna dei Santi del Cerano e la Madonna del Rosario e del Moncalvo, tutti nella chiesa di San Martino.

Sempre a Tromello si trova la chiesa di San Rocco che, secondo la tradizione popolare, fu edificata dopo la peste del XV secolo per volontà popolare.

La prossima meta dell’escursione è Garlasco. C’è il santuario della Madonna della Bozzola, che dal 1465 in poi divenne meta di pellegrini, dopo che una giovane donna muta tornò a parlare quell’anno, dopo aver pregato nel luogo dove, poi, la chiesa.

Pavia, che fu capitale del regno longobardo tra il 625 e il 774, conserva ancora tracce di quel tempo nelle basiliche edificate per volere della regina Teodolinda. La più emblematica di tutte è senza dubbio quella di San Michele Maggiore, dove il Barbarossa fu incoronato Re d’Italia nel 1155. Ancora oggi la chiesa affascina per la complessità della sua architettura, realizzata in stratigrafia, e la sua facciata in arenaria.

Vicino a Pavia, in Borgo Ticino, compare uno dei simboli turistici della Via Francigena: il ponte sul fiume Ticino. Denominato Ponte Vecchio, la sua imponente struttura, lunga 182 metri e cinque arcate, unisce le due sponde del fiume.





Ponte Vecchio in Borgo Ticino / Lombardia Segreta

Molto resta da vedere nella regione. Nella basilica di San Pietro si trovano le spoglie di sant’Agostino, giunto a Pavia dalla Sardegna, grazie a Liutprando, re di Lombardia. Un’altra basilica degna di nota è quella di San Teodoro, che presenta una Madonna col Bambino in stile bizantino di Odigitria.

Il Castello e la Certosa di Pavia sono ancora due icone locali. Il primo risale al 1360 e fu edificato per volere di un membro dell’imponente famiglia Viscontea, Gian Galeazzo Visconti, 1° Duca di Milano. La Certosa di Pavia, fondata nel 1396, è un’articolata struttura composta dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, che si affaccia sul Palazzo Ducale e su alcuni fabbricati agricoli. La struttura presenta anche chiostri ed edifici dedicati alla vita della comunità monastica.

Ma proprio agli Sforza, altro cognome della nobiltà lombarda, si deve la costruzione del Duomo di Pavia nel 1488. La basilica, con la sua cupola ottagonale, simbolo della città, ha pianta a croce greca, a tre navate. affiancato da cappelle semicircolari. La cupola, visibile dalle campagne intorno alla città, alta 97 metri, è la quarta in Italia per grandezza.

3- De Pavia a Lambrina

Giardino in Villa Nocca a Linarolo / Facebook

L’ultimo tratto longobardo della Via Francigena appartenente al comune di Pavia è definito dalle sue radici contadine. Un ottimo esempio è la Valle Salimbene, dove si incontrano i fiumi Ticino e Po. Sopra di loro si trova il Ponte della Becca, costruito in ferro nel 1912 e che ha resistito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Questo punto del percorso presenta una grande varietà storico-culturale di epoche diverse. Ne sono un esempio la Villa Nocca, a Linarolo, con sette secoli di esistenza e un giardino all’italiana, il palazzo Martinoli, a Vaccarizza, con un Cristo in arenaria dell’anno 1200 e la chiesa romanica e oratorio San Giacomo della Cerreta, che presenta importanti opere del Rinascimento lombardo.

I pellegrini fanno tappa obbligatoria anche in importanti castelli, come Belgioioso e Chignolo Po, quest’ultimo risalente al XIII secolo, ma ristrutturato 500 anni dopo, in epoca barocca. Altri punti di riferimento del viaggio sono il borgo romano di Corteolona, ​​il Museo Contadino della Bassa Pavese a Bissone, che conserva storia e cultura locale, e i santuari dell’Ave Maria in Lambrinia.

4- De Orio Litta à Corte Santa Andrea

I peregrini a Orio Litta / In Lombardia

L’arte sacra a Orio Litta è rappresentata dall’Oratorio della Beata Vergine di Caravaggio, dalla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista Martire e dalla cella benedettina Cascina de San Pietro, che fu insediamento benedettino prima dell’anno 1000 e poi casa benedettina di San Pietro di Laus. Oggi accoglie i pellegrini.

Più avanti c’è Villa Litta Carini, una cascina settecentesca a forma di U che ospita un oratorio. La decorazione interna è stuccata e affrescata. Di fronte alla Villa si trovano i giardini di Piazza Moro, che danno accesso alla campagna, passando per Cascina Aia, Cascina Cantarana e la pianura padana, un tempo zona paludosa, ma ristrutturata dai monaci.

L’attraversamento del fiume Po avviene nel borgo di Corte Santa Andrea. Originariamente chiamato Santo Andrea ad Caudam, perché il suo terreno ha la forma di una coda tra i fiumi Lambro e Po, il luogo
era una donazione dell’imperatore Carlo Magno al Monastero di Santa Cristina de Olona.

Per tutto il medioevo questo tratto della Via Francigena fu chiamato Transitum Padi, dove i pellegrini seguivano la via per Roma lungo il fiume. Ancora oggi è possibile navigare il fiume Po e ammirare le innumerevoli bellezze naturali che lo circondano.

5- Itinerario con la bici

Il circuito ciclabile è un’alternativa per percorrere la Via Francigena in Lombardia / Amedeo Dagni

Un’alternativa al percorso tra Orio Litta e Corte Santo Andrea senza attraversare il fiume è la bicicletta. In questo caso i ciclisti devono passare per i paesi di Ospedaletto, Senna Lodigiana e Mirabello. Il percorso è ricco di monumenti della fede cristiana, come la chiesa di San Pietro e San Paolo e il Santuario della Madonna delle Grazie.