Wto, i vincitori e gli sconfitti di Ginevra
05/08/2008
Buenos Aires – Il Doha Round di Ginevra si è concluso con pessime previsioni per il futuro degli scambi internazionali tra i Paesi ad economia emergente ed il vecchio Occidente liberista.
In questo contesto Stati Uniti da una parte, Cina e India dall'altra, portando avanti politiche di esclusivo interesse nazionale, hanno contribuito a destabilizzare la complessa struttura degli accordi internazionali in materia di commercio estero.
Dall'altra parte del globo invece i paesi del Mercosur, il grande mercato comune del Sudamerica, iniziano a prendere coscienza dell'importanza che riveste il mercato di importazione europeo, in particolare per quanto riguarda l'agro-alimentare.
Il presidente Lula in visita oggi in Argentina ha detto: "Le intese tecniche sono finite. Non c'è più niente da fare. L'unica soluzione sono degli accordi politici".
Secondo Lula, Stati Uniti e Unione Europea devono comprendere che finalmente i paesi emergenti sono tornati insieme e che insieme possono controllare il mercato occidentale dei prodotti agricoli.
A conclusione del Doha Round di Ginevra, UE e Stati Uniti avevano ridotto i sussidi ai propri agricoltori. L'India però si è opposta non accettando l'importazione dei prodotti agricoli americani a prezzi elevatissimi, sussidiando i propri agricoltori.
Anche la Cina ha cambiato improvvisamente posizione appoggiando l'India, probabilmente per non passare per traditore davanti alla potenza vicina di casa.
Il Brasile che per la prima volta ha partecipato tra le grandi potenze, a grandi linee accettava le proposte di Stati Uniti e Unione Europea sulle importazioni di prodotti industriali, dato che erano stati abbassati i sussidi dei paesi ad economia più avanzata.
Lula, oggi in Argentina ha riconosciuto la necessità di prendere decisioni politiche per venire incontro alle esigenze dei paesi più poveri del mondo come Haiti o i Paesi africani dichirando: "Uniti potremo far fronte alle nuove istituzioni".
Europa e Stati Uniti si trovano ora in una situazione svantaggiata, perché Brasile e Argentina, così come India e Cina con il passare del tempo avranno sempre meno bisogno dei prodotti industriali dei paesi più avanzati, mentre questi si troveranno sempre più ad aumentare la domanda di prodotti agro-alimentari verso i Paesi ad economia emergente.
Lula ha ricordato che fino a 10 anni fa il Brasile doveva importare la tecnologia per costruire le piattaforme off-shore per il petrolio, attualmente invece il paese produce il 75% delle tecnologie per le piattaforme.
I termini tecnici per gli accordi sul commercio internazionale sono esauriti nei tempi concordati. Adesso si attendono decisioni politiche dai governi.
"Adesso i paesi dell'Ue e gli Stati Uniti – ha spiegato a News ITALIA PRESS Oscar Piovesan dell'Ansa di Buenos Aires – devono capire quali mosse giocare in una partita dove per il momento il vantaggio è dalla parte dei Paesi ad economia emergente come Brasile e Argentina che sono i più grandi produttori ed esportatori di prodotti agricoli".
"Gli Stati Uniti si sono accordati con l'India sul nucleare – prosegue – possibile che non si riescano a mettere d'accordo sul commercio agricolo?"
Nell'ottica latinoamericana si sta proprio di fronte ad una opportunità "che non si può assolutamente perdere" sostiene il presidente Lula.
L'unico capo di stato europeo che si sta muovendo verso accordi strategici con i paesi emergenti del Sudamerica – in particolare in campo nucleare – è Nicolas Sarkozy. La Francia ha siglato un accordo infatti con il Brasile per la fornitura di componenti per la costruzione di un sottomarino atomico a difesa del patrimonio petrolifero brasiliano.
I Paesi ad economia emergente si trovano a vivere una situzione momentaneamente molto favorevole, con prezzi alle stelle su tutti i più diffusi prodotti di consumo alimentare, a causa dell'aumento in modo esponenziale della domanda di cibo e naturalmente di energia. Infine, il Sudamerica non è teatro di guerra come gli instabili Paesi mediorentali e dunque ideale per sfruttare le potenzialità commerciali lasciate aperte dall'Europa e dagli USA.
In questo ambito si inserisce il progetto di unione degli stati sudamericani in un accordo simile ad una "Nato sudamericana". Per il momento è fuori di dubbio che i Paesi latinoamericani stiano correndo molto più velocemente rispetto alle grandi potenze occidentali.
Fonte:
News ITALIA PRESS