WiMax: che cos’è e come funziona

09/01/2009

È considerato molto importante per portare il web ad alta velocità nelle aree del Paese ancora non cablate

Perché è importante il Wi-Max, la tecnologia sulla quale il governo ha raggiunto un’intesa? Perché, se le cose andranno come nel resto d’Europa, consentirà di colmare il “digitale divide”, il ritardo digitale, di quelle aree del Paese ancora non raggiunte dall’Internet a banda larga.

CHE COS’E’ – Il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access), uno standard per le comunicazioni wireless noto anche con il codice IEEE 802.16 (in particolare la versione che si è diffusa commercialmente all’estero è la 802.16d), promette di ridurre sensibilmente i costi e aumentare la disponibilità delle tecnologie wireless a banda larga.
COME IL WI-FI, PIU’ DEL WI-FI – Una singola antenna consentirà (a livello teorico) di coprire un area di 50 chilometri, con banda fino a 74 Mbps (Megabits per secondo). Ben superiore, dunque, come portata alle connessioni Wi-Fi, limitate a poche decine-centinaia di metri. Secondo il Wi-Max Forum, un consorzio di oltre 300 aziende, entro pochi anni questo standard si imporrà come alternativa economica alle linee xDSL e agli altri tipi di accesso ad Internet su cavo, incluse le altre soluzioni di connettivitá di tipo cablato o wireless, proposte attualmente per coprire l’«ultimo miglio».
ALL’ESTERO – Negli ultimi anni in paesi come la Francia, la Germania, la Spagna e il Regno Unito sono state lanciate offerte commerciali con velocità e prezzi paragonabili all’Adsl (velocità fino a 4 Mbps e tariffe flat di alcune decine di euro al mese). L’uso del Wi-Max è considerato molto importante per ridurre il cosiddetto “digital divide” (divario digitale) in quelle aree del Paese in cui le tecnologie di accesso su cavo non sono state finora sostenibili per le aziende a causa dei costi del cablaggio.
I PROBLEMI IN ITALIA – In Italia il ritardo accumulato finora nel lancio della nuova tecnologia era dovuto essenzialmente alle frequenze su cui andrà a operare, che erano di proprietà del ministero della Difesa e destinate a un uso militare. Secondo alcuni analisti, l’altro freno al lancio finora era costituito dai timori delle compagnie di telefonia mobile, che hanno pagato a carissimo prezzo le licenze Umts e che temono la nuova tecnologia, potenziale concorrente anche sul mercato della telefonia mobile. C’è da da dire, però, che rispetto al segnale Umts il WiMax è limitato nel passaggio dell’utente tra antenne diverse e, in particolare, potrebbe non funzionare su veicoli in movimento che viaggiano a oltre 120 km/h.

Fonte:
Corriere della Sera