VISITA DELLA DELEGAZIONE DEL SENATO ALLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAN PAOLO DEL BRASILE
09/01/2009
SAN PAOLO aise – La delegazione del Senato, in questi giorni in visita ufficiale in Brasile, ha incontrato gli imprenditori, i finanzieri e i banchieri italiani alla Camera di Commercio e dell’Industria di San Paolo, presenti l’Ambasciatore Vincenzo Petrone e il Console Generale, Gian Luca Bertinetto.
“Il vostro ruolo è importante e non soltanto per l’aspetto economico e finanziario che è importante per lo sviluppo del Brasile ma anche per quello dell’Italia, ma c’è anche un aspetto di cucitura che voi fate nei rapporti tra i due paesi e per noi politici è importante il fatto che se si aumentano gli scambi commerciali si aumentano i rapporti, aumentano le conoscenze, si avvicinano i popoli”, ha dichiarato ai presenti il senatore Fiorello Provera, a capo della delegazione, che ha voluto questo incontro “per sentire quali sono le difficoltà e le prospettive nei rapporti con la burocrazia, con la politica e la società brasiliana, se esistono, e non soltanto nei confronti dell’Italia”.
“Prendo atto con piacere – ha proseguito Provera, dell’apertura di sportelli regionali, non tanto perché sia affezionato al regionalismo, sono più affezionato al federalismo, ma perché ritengo che queste iniziative, che by-passano la burocrazia regionale e nazionale, sono utili nel momento in cui questo passaggio produce effetti reali e concreti. La mia personale convinzione pur essendo, ripeto, federalista è che sia necessario un coordinamento, perché altrimenti si rischia di sovrapporre, dispendere le risorse. Quindi – ha aggiunto – la voce del territorio italiano che arriva direttamente in Brasile è giusta e sarà più giusta se sarà ben coordinata. E questo compito tocca anche alla politica”.
Provera ha avuto parole d’elogio per lo Sportello Italia, con il quale, ha detto ai presenti, “voi state promuovendo un intero paese in tutte le sue connotazioni così variegate, che vale la pena incentivare nel loro insieme, perché la sinergia tra affari e cultura, non lo dobbiamo scoprire noi, è un luogo comune”.
“Credo – ha continuato il senatore – che lo Sportello Italia sia una proposta intelligente, che condivido ma che va riempita di contenuto. Questa proposta va costruita concretamente e va attuata, perché il coordinamento implica un risparmio e promuove delle sinergie nelle piccole e medie imprese, ma richiede anche una maggiore attenzione da parte della polica italiana e non soltanto del governo”.
“Il Brasile merita molta più attenzione di quanto non ne abbia avuta fin ora”, ha ribadito, come nel corso degli altri incontri a San Paolo, Provera, per il quale si tratta di una questione “di filosofia, di attenzione nei confronti dell’America Latina e il gigante Brasile ne è una componente essenziale. Ritengo che il Brasile sia la nuova frontiera, non soltanto economica e finanziaria, ma anche politica dell’America Latina”.
Di certo, ha aggiunto, “la nostra presenza qui è un segnale di interesse parlamentare”, che anticipa l’ormai prossima visita del Ministro degli Esteri Frattini. “Il parlamento fa il suo dovere, senza pregiudizi. Cerchiamo di capire con umiltà quali siano le situazioni che dobbiamo sostenere, quali siano i suggerimenti che voi ci date”, ha detto Provera, chiedendo però un maggiore interesse anche da parte del governo brasiliano.
E a chi dalla platea ha fatto osservare che le banche italiane stanno abbandonando il Brasile, Provera ha risposto che questo è un probleam che non coinvolge unicamente il Paese sud americano. E poi ha a sua volta chiesto: “quanto incide sul PIL brasiliano la media e piccola impresa?”. In Italia la cifra è del “52,6%, ma rappresenta in un mondo globalizzato forse un piccolo problema, nel senso che non si può globalizzare soltanto con le piccole e medie imprese”.
Il presidente della Camera, Edoardo Pollastri, intervendo ha dichiarato che, in base ad una indagine svolta dalla stessa Camera di Commercio, “in Brasile sono presenti circa 14 milioni di piccole e medie imprese”, che per “il 58% sono nate per necessità, non per volontà di crearle”, mentre per “il 40% sono state create da imprenditori, con una scolarità sui 10/15 anni”, laddove la media scolastica scende nel primo caso. “La piccola e media impresa – ha proseguito Pollastri – rappresenta il 50% dell’impiego in Brasile, mentre per il PIL rappresenta il 35%”. Inoltre “queste imprese sono castigate da eccessiva burocrazia, esagerata difficoltà di accesso al credito e tassi elevatissimi, oltre alla mancanza di know how nella conduzione degli affari”.
“Quindi – ha concluso Pollastri – l’imprenditore italiano che vuol stabilirsi qui deve portare oltre al know how anche i soldi, perché il denaro è eccessivamente caro. Il campo è di un’apertura enorme, i brasiliani come gli italiani hanno un’eccellente creatività e capacità lavorativa”.
(v.soligoagenzia aise)