Vinitaly, Giappone e Brasile la strana coppia dell’export italiano
23/03/2015
Verona, 23 mar. – Due popoli lontanissimi per geografia e cultura, ma accomunati dalla passione per il vino italiano. Due mercati, consolidato l’uno, emergente l’altro: sono il Giappone e il Brasile, protagonisti, domani, di due approfondimenti dedicati nel corso del 49° Vinitaly, il salone internazionale di riferimento per vino e distillati, in programma fino a mercoledì 25 marzo a Veronafiere. Per l’export vinicolo tricolore i due paesi restano tra i target privilegiati, come conferma l’indagine dell’Osservatorio Vinitaly-wine2wine che li posiziona entrambi nelle top ten delle nazioni dove le aziende italiane prevedono di aumentare le vendite nel 2015.
Nel Paese del Sol Levante, il vino made in Italy è tra i più conosciuti e apprezzati, posizionando il Belpaese al secondo gradino del podio tra quelli importati. Nel 2014 il vino italiano ha superato in Giappone i 430mila ettolitri, per un controvalore di quasi 153 milioni di euro. Dati che confermano come la cultura del vino sia sempre più radicata e diffusa, con i consumatori giapponesi disposti a spendere di più per poter degustare le etichette italiane percepite come prodotto di alta qualità. Un trend che sarà analizzato, domani, insieme a Tara Tan Kitaoka, la maggiore esperta di vino italiano in Asia, e Shigeru Hayashi, per quattro anni presidente di Eataly Japan, presenti al seminario Focus mercato giapponese, organizzato da Vinitaly, dall’Ambasciata italiana a Tokyo e dall’Italian Trade Agency – Ice. Vinitaly, infatti, rappresenta la più importante piattaforma internazionale b2b per il settore vitivinicolo, con buyer da 120 nazioni e delegazioni commerciali da 52 paesi verso cui Veronafiere ha potenziato del 34%gli investimenti per favorire l’incoming di operatori stranieri.
Da un mercato maturo come quello giapponese, si passa poi alla promettente “matricola” Verdeoro: sotto la lente di Vinitaly International, domani, c’è anche il Brasile con il workshop Brasilian wine market brie. L’interesse dei brasiliani per il consumo del vino, pur recente e limitato ai rossi, in particolare al Lambrusco, mette in luce una realtà in espansione, con una previsione di crescita di quasi il 40% nei prossimi anni. Merito dello sviluppo di una classe media di 100 milioni di cittadini dotata di una rinnovata capacità di spesa. Ad oggi, il vino italiano detiene in Brasile una quota di mercato del 12%, al quinto posto tra i Paesi di riferimento per l’import vinicolo.
Fonte:
cotattonews.it