Vegas: “Gli investitori esteri sono necessari per rilanciare l’economia”
05/05/2014
Sono lontani i tempi in cui la parola d’ordine, in Borsa, era la difesa dell’italianità dei nostri campioni nazionali. Nel corso dell’annuale incontro con la comunità finanziaria, il presidente di Consob, Giuseppe Vegas, ha detto che «gli investitori esteri sono indispensabili per rilanciare la nostra economia, rafforzare il mercato dei capitali e la competitività del nostro sistema economico», soprattutto laddove i capitali italiani non spingono internazionalizzazione e crescita tecnologica delle nostre imprese. Porte aperte, quindi, a fondi come Blackrock: Vegas stesso, dopotutto, nei giorni scorsi ha avuto un incontro un faccia a faccia – come peraltro lo stesso premier Matteo Renzi – con il numero uno del colosso Usa, Larry Fink, che negli ultimi mesi ha scalato le posizioni di molte società rilevanti del nostro sistema economico, da Unicredit a Telecom Italia.
All’incontro annuale della Consob, che come ogni anno si è svolto nella cornice di Palazzo Mezzanotte, nella milanese Piazza degli Affari, hanno partecipato moltissimi esponenti della finanza nostrana, pochi i politici tra cui il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Vegas, nel corso della sua relazione, ha messo in guardia dai facili trionfalismi sulla buona performance registrata dalla Borsa italiana negli ultimi tempi. Si tratta, ha sottolineato, di un «equilibrio fragile», una finestra da sfruttare per effettuare le riforme. Promuove le privatizzazioni a condizione che «non costituiscano un mero strumento di copertura del fabbisogno finanziario». Quanto allo spread, si è ridotto «in maniera significativa», è vero, ma – ha ammonito Vegas – «fintanto che i tassi reali rimarranno superiori al tasso di crescita del Pil, la sostenibilità dei conti pubblici è a rischio».
Sul fronte del credito, da Vegas è giunto un inatteso assist alle banche italiane. Parlando dell’esame condotto sugli istituti dalla Bce (tra asset quality review e stress test) Vegas ha fatto presente che «potrebbero risultare penalizzati i sistemi bancari più tradizionali e con attivi più trasparenti e concentrati, come il nostro, su crediti alle imprese, titoli di Stato e immobili». Invece, paradossalmente, «proprio le esposizioni in derivati e titoli illiquidi che sono state all’origine della crisi finanziaria, ricevono un trattamento meno severo negli esercizi di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale».
Quanto alle regole, Vegas ha auspicato il superamento del «puzzle regolamentare» che oggi caratterizza il quadro della normativa finanziaria europea, attraverso la centralizzazione della «competenze di vigilanza a livello europeo». Dopo il banking union, insomma, creare una «financial union», un’unione finanziaria a livello europeo. Infine, nell’ottica di aumentare la protezione dei risparmiatori, la Consob vuole portarsi avanti: anticipando gli effetti della direttiva «Mifid 2», presto emanerà una raccomandazione «per limitare – ha spiegato Vegas – la distribuzione agli investitori al dettaglio di prodotti ad alta complessità quali, ad esempio, i titoli collegati a operazioni di cartolarizzazione sui crediti o i prodotti strutturati che incorporano un’esposizione corta sul titolo sottostante».
Ospite d’onore dell’incontro, l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, il quale alle grisaglie riunite in sala ha segnalato «un’urgenza, per il mondo della finanza, in ambito macro-economico e internazionale, di identificare nuove regole, semplici e condivise, oggi assolutamente necessarie».
Fonte:
La Stampa