Unioncamere: rallenta l’azienda Italia, in calo le nuove imprese

03/02/2009

Nel 2008, più di 36mila nuove imprese, ma è la performance peggiore degli ultimi 6 anni. Rispetto a 12 mesi fa, sottolinea Unioncamere, nel trimestrale focus sul registro delle imprese delle Camere di commercio, hanno chiuso i battenti 374.262 aziende a fronte di 410.666 nuove iscrizioni. Che tradotto in termini reali, significa un tasso di crescita, molto modesto, pari allo 0,59% (era stato lo 0,75% nel 2007), che, comunque, porta il totale delle imprese esistenti a fine dicembre scorso a quota 6.104.067 unità.

Praticamente fermo il Nord-Est (+0,06%): ancora peggio il Mezzogiorno, dove la crescita del numero di nuove iscrizioni all'anagrafe delle imprese ha toccato quota +0,32%, quasi la metà della media nazionale. Va un po' meglio, invece, nel centro (+1,2%) e nel Nord-Ovest (+0,9 per cento), anche se, dati alla mano, si avverte chiaramente come la crisi globale cominci a far sentire i suoi effetti, anche, sul tessuto imprenditoriale italiano. «Ora più che mai – spiega il presidente di Unioncamere Andrea Mondello – servono politiche rapide e incisive, che, da un lato, assicurino continuità dei flussi di credito alle aziende e, dall'altro, puntino a un reale ammodernamento delle infrastrutture e a un'innovazione della macchina pubblica: condizioni indispensabili per mettere le nostre imprese alla pari di quelle degli altri Paesi con cui si misurano».

A livello settoriale, mostrano il segno rosso, industria e agricoltura, mentre sono in crescita i servizi alle imprese, le costruzioni e il turismo. Cedono, poi, le imprese individuali (16mila unità in meno rispetto al 2007). Un dato, spiegano da Unioncamere, che poteva essere doppio se non ci fosse stato, ancora una volta, il contributo positivo delle imprese aperte da immigrati: 15mila in più negli ultimi 12 mesi, pari a oltre il 41% dell'intero saldo attivo 2008.

Tra le piccole aziende, poi, tengono, complessivamente, quelle artigiane (+5.500), anche se è proprio tra gli artigiani che si registrano le perdite più rilevanti (-5mila unità) del settore manifatturiero. A compensare la riduzione delle imprese più piccole sono state le società di capitali, aumentate di 49mila unità, al ritmo del 4% su base annua.

Da segnalare, infine, come l'inasprimento delle condizioni dei mercati non affiori, almeno fino adesso e se non in lieve misura, sul fronte delle nuove procedure fallimentari. Tenuto, anche, conto, evidenziano da Unioncamere, del ritardo temporale con cui le istanze di fallimento giungono dai tribunali competenti alle Camere di commercio (che poi provvedono a modificare lo status dell'impresa nei propri registri), nel corso del 2008, sono stati rilevate complessivamente 160 procedure fallimentari in più rispetto al 2007 (il 2,2 per cento). Per un totale di 7.330 imprese (in particolare nei settori del commercio, costruzioni e trasporti) che hanno dovuto portare i libri in tribunale (nel 2007 erano state 7.170), anche se, conclude il focus, per avere un quadro di quanto accaduto nell'ultima parte dell'anno bisognerà attendere i consuntivi del primo trimestre 2009.

 

Fonte:
Il Sole 24 Ore