Unioncamere: per l’Italia un 2004 in ripresa

09/01/2009

Prevista una crescita del PIL, ma anche dati positivi per quanto riguarda l’export e l’attività di investimento da parte delle imprese

Il 2004 sarà per l’economia italiana l’anno della ripresa, con una crescita del PIL dell’1,4%, grazie soprattutto al settore dei servizi; in aumento anche gli investimenti e i consumi delle famiglie. E’ questo il quadro che emerge dalle elaborazioni del Centro Studi di Unioncamere con gli Scenari delle economie locali.

La spinta maggiore è data dalla domanda estera che si stima al +4,4% e ribalta i risultati del 2003, quando l’export italiano chiuse a –5%. I fattori che determinano questa previsione sono il deprezzamento del dollaro sull’euro, le politiche monetarie e fiscali espansive, la forte dinamica delle economie orientali. Questi elementi – a parere degli esperti di Unioncamere -agiscono a livello internazionale e contribuiscono a creare anche l’ascesa dell’attività di investimento da parte delle imprese in macchinari, impianti e mezzi di trasporto.

Alla performance positiva dell’export, secondo le stime di Unioncamere, si dovrebbe aggiungere una decisa ripresa degli investimenti in macchinari (+3,6%, contro il -4,9% dello scorso anno), mentre più contenuto, anche se in netta ripresa, sarà l’impatto dei consumi delle famiglie (+1,8% rispetto all’1% del 2003).

“Un quadro economico incoraggiante, che però va comunque supportato con un Dpef che punti decisamente sullo sviluppo delle risorse del Paese”. Con queste parole Adolfo Urso, Vice Ministro alle Attività Produttive con delega al Commercio Estero, ha commentato l’analisi stilata da Unioncamere. “Non a caso – ha continuato – il nostro documento punta alla deduzione dell’Irap per le imprese che investono in innovazione, ricerca e formazione, così come si potrebbe pensare ad una diminuzione delle aliquote Irpef. Occorre supportare la ripresa che è in atto e per questo abbiamo disegnato una manovra complessiva di ampio sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e con interventi strutturali su infrastrutture, energia, ricerca e una politica industriale attiva”.

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