Una stella per i ristoratori italiani nel mondo

09/01/2009

L’iniziativa, promossa dal Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia, dovrebbe individiare e premiare il lavoro di oltre 60.000 esercenti in possesso di passaporto italiano o semplicemente originari della penisola

Roma – Presentata in occasione del Primo Convegno Internazionale dei Ristoratori Italiani nel mondo che, indetto dal Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, dal 29 novembre al 1° dicembre presso il Complesso Monumentale di S. Michele a Ripa in Roma ha visto la partecipazione di 143 ospiti provenienti da cinque continenti, la Consulta ministeriale dei ristoratori italiani nel mondo è, insieme alla proposta di conferire una onorificenza speciale denominata Stella d’identità dei ristoratori italiani, quanto emerso dalla tre giorni di lavoro.

Ma l’iniziativa del Ministro, non concordata con i suoi colleghi di Governo, aveva suscitato immediate reazioni da parte delle numerose associazioni che paventano la costituzione di un ente governativo che di fatto abolirebbe le associazioni: una sorta di Opera Nazionale Ristoratori all’Estero con iscrizione obbligatoria e direzione ministeriale. In particolare Sergio Billé , che alla carica di massimo esponente della Confcommercio, unisce quelle di Presidente della FIPE, ( Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e Presidente dell’ARDI, (Associazione dei Ristoratori Italiani all’Estero), è stato protagonista di una trattativa al termine della quale ha imposto al Ministro Tremaglia una forte presenza delle libere associazioni.

Altre polemiche sono scaturite, poi, da quanti hanno ritenuto che le Stelle di Identità dei ristoratori italiani fossero in palese concorrenza con il programma di certificazione di qualità del Ristorante italiano all’Estero che il Ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno sta attuando attraverso la società responsabile Buonitalia Spa.

In realtà, come spiega Ugo Raffa, competente per i ristoratori italiani all’estero all’interno del Ministero per gli Italiani nel Mondo, le polemiche sono state il frutto di un fraintendimento e sarebbero già rientrate. Lo stesso Raffa si è infatti impegnato in prima persona in una serie di incontri per assicurare all’ARDI, a Confcommercio ad Unioncamere ed a Assocamerestero che il Ministero si occuperà di Ristoratori, mentre le associazioni resteranno libere di continuare ad occuparsi dei Ristoranti.

“La differenza tra l’iniziativa promossa dal Ministero delle Politiche Agricole che, all’intero di un tavolo di lavoro cui partecipano anche il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero degli Esteri, e lo stesso Ministero per gli Italiani nel Mondo ha promosso la certificazione dei ristoranti italiani all’estero – spiega infatti Ugo Raffa – e l’onorificenza proposta dal Ministro Tremaglia è sottile, ma sostanziale”.

Come ricorda ancora Raffa la certificazione è una verifica a cui un ristorante italiano all’estero si sottopone volontariamente per ottenere un riconoscimento di qualità che potrà essere esposto nell’insegna dell’esercizio. “La certificazione, che viene concessa solo se vengono rispettati determinati criteri relativi all’igiene ed all’utilizzo di alimenti italiani oltre che alle modalità della loro preparazione, viene effettuata da due società autorizzate dall’ARDI “.

In concreto una delle due società, a capitale finlandese, si occupa di effettuare l’esame vero e proprio, mentre l’altra, italiana, si occupa sostanzialmente di “accompagnare” i ristoratori che hanno fatto richiesta di certificazione nell’adempimento di tutte i criteri necessari per l’ottenimento del riconoscimento. “La procedura naturalmente ha un costo – sottolinea il responsabile per i ristoratori italiani all’estero presso il Dicastero di Tremaglia – che, per quanto concerne l’Europa, si aggira intorno ai 4 mila euro “.

“La stella di identità invece – chiarisce Raffa – è un titolo onorifico che il Ministro per gli Italiani nel Mondo intende attribuire ai ristoratori italiani, o di origine italiana, che lavorano all’estero. I criteri di assegnazione sono in fase di studio, ma in sostanza per ottenere il titolo sarà sufficiente essere in possesso di un passaporto italiano o semplicemente avere un cognome italiano”.

Attualmente l’Italia può contare su 61.800 ristoratori nel mondo censiti in una Banca dati dei ristoratori italiani nel mondo in fase di stesura. “L’obiettivo, entro la fine del 2005, è di individuare almeno la metà di questi ristoratori e consegnare loro l’onorificenza in occasione dei numerosi viaggi istituzionali del Ministro. Verosimilmente le onorificenze verranno consegnate ad una delegazione di ristoratori che rappresenti l’intera categoria di un singolo Paese, e che poi si occupi di distribuirle a tutti gli aventi diritto”.

“Quanto al riconoscimento in se stesso, invece – conclude Raffa –, non sappiamo ancora se si tratterà di una pergamena, piuttosto che di una targhetta o di un altro oggetto ancora da definire”.

La proposta del Ministero per gli Italiani all’Estero suscita un misto di approvazione e perplessità presso i ristoratori italiani nel mondo. Se l’onorificenza non viene percepita come un titolo che si sovrappone, entrando in concorrenza con la certificazione di qualità, ma come un qualcosa in più, al tempo stesso sembra emergere il timore che la sua attribuzione generalizzata possa, alle lunga, finire col premiare anche chi, pur avendo origini italiane, ha idee piuttosto confuse sulla cucina tricolore.

“Tutto ciò che riconosce e tutela i diritti degli italiani all’estero ha un valore positivo indipendentemente dalla parte politica da cui proviene la proposta”, commenta Marcello Misalia, responsabile di ‘Ciao Italia’ (l’Associazione dei ristoranti italiani nel mondo) per il Belgio , il primo Paese in cui sono state attribuite le certificazioni di qualità promosse dal Ministero delle Politiche Agricole. “Non conosco bene la questione della stella d’identità, ma non credo che l’iniziativa del Ministero per gli Italiani nel Mondo possa sovrapporsi al lavoro delle associazioni quali ‘Ciao Italia’ e ARDI. Al contrario, ritengo che possa generarsi una positiva sinergia tra l’azione svolta dalle associazioni e quanto si propone di fare il Ministro Tremaglia”.

“Quella che il Ministero per gli Italiani nel Mondo intende portare avanti – gli fa eco Salvatore Agostino, titolare della ‘Trattoria Baffoni’ a Montral e portavoce di ‘Ciao Italia’ per il Canada – mi sembra un’iniziativa molto importante per arginare gli innumerevoli episodi di contraffazione che si registrano ai danni della tradizione culinaria italiana. Non sono, tuttavia, convinto che l’onorificenza debba essere attribuita solo in base al criterio dell’origine del gestore del ristorante. Mi è capitato di mangiare in ristoranti italiani che di italiano, in termini di pietanze, avevano ben poco, pur essendo gestiti da oriundi. L’accento, a mio parere, deve sempre essere posto sulla genuinità dei prodotti”.

Ma approvvigionarsi di prodotti genuinamente italiani non è automaticamente sinonimo di vera cucina italiana. Così la pensa Giulio Mannucci, prorietario del ristorante ‘Spaghetti Notte’ di Montevideo. “Giudico positivamente l’iniziativa, ma – ci tiene a precisare il ristoratore italiano – temo che se le stelle si moltiplicano finiranno col generare confusione, andando a premiare anche gli pseudo-ristoranti italiani”.

“Bisogna considerare infatti – conclude Mannucci – che con il passare delle generazioni le tradizioni si perdono. I miei figli frequentano l’Università, ed al tempo stesso aiutano nella gestione del ristorante in previsione di quando prenderanno le redini dell’attività. Io e mia moglie abbiamo fatto di tutto per insegnare loro le tradizioni culinarie del nostro Paese, ma spesso per un giovane nato e cresciuto fuori dall’Italia è difficile seguirle e queste si perdono. Il cognome da solo, non può essere una garanzia”.

Incondizionata è, invece, l’approvazione di Sirio Maccioni titolare del prestigioso ristorante ‘Le Cirque’ di New York, che ha partecipato come moderatore al Primo Convegno dei Ristoratori Italiani nel Mondo. “E’ la prima volta che viene promossa un’iniziativa di questo genere attraverso la quale il Ministro Tremaglia ha mostrato una grande sensibilità nei confronti del problema” .

Nell’opinione di Maccioni l’attribuzione delle stelle avrà lo scopo di delineare una comunità di ristoratori italiani nel mondo all’interno della quale sarà, quindi, possibile effettuare ulteriori distinzioni secondo criteri stabiliti, ci si auspica, dagli stessi interessati. “Uniti si può iniziare a parlare di quelli che sono i problemi comuni, e cercare di risolversi assieme. Uniti si può lavorare meglio”.

Quanto alla possibilità che l’attribuzione delle stelle di identità possa premiare anche chi ormai, col passare delle generazioni, poco conosce la cultura del Paese d’origine, Maccioni ricorda come esistano oriundi che conoscono la cucina italiana più a fondo di alcuni ristoratori italiani . “I nipoti degli emigrati che giunsero in America ad inizio secolo ed aprirono i primi ristoranti – conclude il titolare di ‘Le Cirque’ – oggi, spesso, amano e conoscono il loro Paese d’origine più di quanto facessero i loro antenati e ciò si riverbera positivamente in cucina”.

Notiziario NIP – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 251 – Anno XI, 23 dicembre 2004