Una nuova strategia europea per le Pmi

09/01/2009

Il commissario europeo competente per le imprese e l’industria, Gunter Verheugen, intevenuto a margine di un forum dedicato all’artigianato, ha anticipato le linee guida per la crescita a livello comunitario delle opportunitù per le piccole e medie imprese

Bruxelles – Una nuova strategia per favorire lo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese. E’ quanto ha anticipato il commissario europeo competente per le imprese e l’industria, il tedesco Gunter Verheugen a margine di un forum dedicato all’artigianato tenutosi in Germania. Obiettivo del commissario europeo, in particolare, sarà l’appianamento delle difficoltà pratiche che si trovano ad affrontare le realtà produttive di piccole e medie dimensioni, soprattutto nelle fasi di creazione e crescita.

La strategia sarà strutturata intorno a sei punti principali: burocrazia, standardizzazione, aggiudicazione degli appalti pubblici, strumenti finanziari, spirito imprenditoriale e dialogo tra istituzioni comunitarie e Pmi.

La strategia di sviluppo che Verheugen intende avviare nasce da una considerazione: meno del 5% delle imprese artigiane europee è attivo a livello internazionale. Un dato che, per altro, è rimasto sostanzialmente inalterato negli ultimi dieci anni. Per questo, tra i punti che verrano tracciati dalla nuova strategia figura innanzitutto la semplificazione dei processi amministrativi e burocratici, ancora eccessivamente lunghi e complicati; un discorso che vale anche per le procedure di assegnazione degli appalti pubblici.

Altra problematica che il nuovo piano intende affrontare di petto e risolvere è quella relativa ai finanziamenti alle piccole e medie realtà produttive. La Commissione, ha spiegato Verheugen, ha già organizzato su questo fronte colloqui tra banche e imprese: l’obiettivo finale è quello di stimolare il capitale di rischio delle Pmi . Un punto sul quale la Commissione ha già proposto l’introduzione di un Programma Quadro per la competitività e l’innovazione. Lo strumento dovrebbe assicurare crediti bancari attraverso vendite ad investitori esterni, ma la cui attuazione è subordinata alla decisione degli Stati membri e a come questi accoglieranno la proposta formulata dal commissario europeo competente per le imprese e l’industria nell’ambito delle discussioni sul prossimo bilancio comunitario per il periodo 2007-2013.

In relazione ai rapporti tra piccole e medie imprese e istituzioni, il piano delineato da Verheugen indica quindi la necessità da parte dei singoli Stati membri di agire affiinchè le Pmi siano rappresentate in modo adeguato sui mercati e regionali in termini di contratti pubblici. Un dialogo con le istituzioni che deve essere amplificato anche e soprattutto a livello di organismi europei i quali devono agire più intensamente allo scopo di facilitare il passaggio al mercato interno comunitario .

Le problematiche individuate dal Commissario europeo competente per le imprese e l’industria toccano un nervo scoperto dell’economia italiana, in un Paese in cui le piccole e medie imprese sono presenti con una capillarità che non ha eguali nel panorama europeo. “Le difficoltà maggiori da parte delle piccole e medie imprese italiane – commenta a tal proposito Rosario Francesco Condorelli, docente presso la Scuola di specializzazione in Scienze amministrative e dell’Organizzazione dell’Università di Catania e membro della rete di conferenzieri su temi europei dell’Ue – sono legate al non riuscire a fare rete, perdendo in questo modo l’opportunità di fare tesoro dell’esperienza maturata da altre imprese del settore che hanno già intrapreso la strada dell’internazionalizzazione . A ciò si aggiungano poi la difficoltà di reperire informazioni sugli altri mercati e, in alcuni casi, il ritardo nell’impiego di strumenti aziendali più moderni rispetto ai competitors europei”.

Anche il rapporto con le istituzioni europee, conferma Condorelli viene percepito il più delle volte come problematico. “In generale – sottolinea infatti il docente di economia – esiste da parte della piccole e medie imprese la tendenza a valutare l’Unione Europea come un soggetto troppo distante rispetto alle problematiche quotidiane; un soggetto dotato di un apparato burocratico eccessivamente complesso e che per questo, si tende a pensare, contribuisce ad aumentare gli ostacoli anziché abbatterli “.

Si giunge in questo modo al paradosso per cui, in molte occasioni, le Pmi italiane non riescono a beneficiare degli strumenti loro messi a disposizione delle direttive di Bruxelles per il semplice motivo che non ne hanno conoscenza. In questo senso, la strategia delineata da Verheugen per le piccole e medie imprese per essere davvero efficace deve riuscire nell’impresa, a quanto pare fino ad ora sostanzialmente fallita, di comunicare con i soggetti a cui la nuova politica intende rivolgersi. “Diversamente le imprese italiane continueranno ad affidarsi alle iniziative, in molti casi configuratesi come esperienze vincenti, portate avanti da singole associazioni di categoria o dalle strutture camerali, restando in questo modo ai margini di una reale integrazione alle politiche comunitarie di settore”.

Fonte:
Notiziario Italic Business News – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 160 – Anno XII, 18 agosto 2005