Un “bic” sulla via di San Paolo

09/01/2009

REGIONI ALL’ATTACCO – LA RICETTA DEL LAZIO / La strada della cooperazione passa necessariamente per gli incubatori d’impresa presenti nei due Paesi. Ne è convinto il neo Assessore alla Piccola e media impresa,Francesco De Angelis, che propone di partire proprio da questi strumenti per approfondire l’integrazione economica e studiare nuove opportunità di business

Dalla crisi delle grandi aziende, come la Fiat di Cassino, allo sbarco sui mercati emergenti. Punta all’estero, e in particolare all’Asia e all’America Latina, Francesco De Angelis, nuovo Assessore alla Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato della Regione Lazio.

In che condizioni si trova il sistema industriale del Lazio?
Il processo di globalizzazione, con tutte le sue durezze, non ha risparmiato il Lazio, il cui sistema economico è trainato dal terziario, ma che ha importanti realtà industriali. Le difficoltà dello stabilimento Fiat di Cassino sono la dimostrazione di come l’industria tradizionale ed il suo indotto debbano trasformarsi per rispondere alle nuove esigenze del mercato. Purtroppo la situazione della FIAT non è un caso isolato.

Da dove può cominciare il rilancio?
Un ruolo importante è giocato dalla ricerca scientifica e tecnologica, settore in cui, grazie anche alla presenza di oltre 40 centri di ricerca e ben 11 università, il Lazio esprime il 30% degli investimenti nazionali con il 23% del totale dei ricercatori.

A che punto è l’internazionalizzazione?
Nel 2004 le esportazioni hanno raggiunto 11 miliardi di euro, con un aumento del 5,5%. Il dato positivo non deve però ingannare, in quanto il risultato del 2004 risulta inferiore ai livelli del 2000, quando l’export regionale aveva toccato il picco più alto mai più registrato, con un fatturato in uscita di oltre 12 miliardi di euro. Il Lazio rappresenta il 4% delle esportazioni nazionali, un livello al quale non si era scesi dal 1998. In questo contesto la provincia di Roma rappresenta il 50% circa delle esportazioni, seguita da Latina e Frosinone con il 20% ciascuna.

Come assessore, su quali mercati e aree emergenti vuole indirizzare l’industria laziale?
Certamente opereremo sui mercati dell’Europa dell’Est, a cominciare dai Paesi balcanici e dell’area del Baltico. Intendiamo poi potenziare la nostra presenza sul mercato africano. Grande attenzione presteremo anche alla Cina: stiamo organizzando una missione esplorativa. Reputo interessante anche approfondire la conoscenza del mercato sudamericano, con particolare riferimento al Brasile, che ha iniziato ad aprirsi al commercio internazionale poco più di dieci anni fa. Si tratta di un mercato che può riservare ottime opportunità, anche in considerazione del fatto che il rapporto percentuale tra il valore dei beni e servizi scambiati dal Brasile con l’estero e il suo Pil è passato dal 18,4% nel 2000 al 24% nel 2003.

Buone prospettive, dunque. Come pensa di muoversi la Regione?
Il governo brasiliano ha avviato un interessante processo di sviluppo che stiamo seguendo con attenzione, per cogliere eventuali opportunità di cooperazione. Del resto, il Lazio già in passato ha sperimentato iniziative di collaborazione con il Brasile, come testimonia anche la partecipazione del Bic-Lazio all’incontro tra gli incubatori di impresa italiani e brasiliani teso ad individuare casi di successo di start-up e promuovere lo scambio di esperienze. Gli incubatori sono un ottimo presupposto per approfondire l’integrazione sociale ed economica tra i due Paesi.

Fonte:
Italplanet