Turchia e Brasile salvano i piccoli carpentieri lecchesi

21/01/2012

Gianluca Morassi
Stampaggi a freddo e a caldo, produzione di minuterie, carpenteria, fresatura, tranciatura, trattamenti termici. C'è tanto del distretto metalmeccanico lecchese in mostra a Fornitore offresi, la rassegna che si tiene a Lariofiere di Erba (Como) venerdì 27 e sabato 28 gennaio.

Quello lecchese è un distretto di processo, che si struttura intorno a tre principali filiere: la lavorazione del filo, la lavorazione dei laminati piatti e la lavorazione della billetta. Sono produzioni che riuniscono più di 1.700 imprese, in prevalenza di piccole dimensioni e con una spiccata propensione all'export: in media le vendite oltre frontiera coprono il 40 per cento del fatturato.

Il bilancio
La forte presenza sui mercati esteri ha consentito alle imprese metalmeccaniche lecchesi di archiviare un 2011 che Giovanni Maggi, presidente di Confindustria Lecco, definisce «discreto, con un fatturato complessivo – sottolinea Maggi – in crescita rispetto al 2010, anche grazie alla presenza che le aziende hanno saputo conquistare su mercati nuovi, come la Turchia, il Sud America e in genere le economie emergenti».

Il 2010 è stato un anno double-face, con un primo semestre positivo e una frenata degli ordini cominciata a giugno-luglio per poi appesantirsi al rientro dalle ferie.
«Da settembre – nota ancora Maggi – le difficoltà sui mercati sono cresciute. E il 2012 si annuncia difficile. Alla contrazione degli ordini si abbinano le difficoltà sul fronte del credito alle imprese, che è sempre più caro e più difficile da ottenere. Mentre tutti noi siamo alle prese con un aumento degli insoluti della clientela, che arrivano anche al 15% dei crediti vantati, e con un allungamento dei tempi di pagamento che mettono in difficoltà imprese già alle prese con una diffusa carenza di liquidità».

Questo clima di incertezza si respirerà tra gli stand dei 230 espositori (più di un terzo dei quali sono lecchesi) di Fornitore offresi che cercherà di aprire agli imprenditori anche nuove prospettive commerciali e tecnologiche. Inoltre per quanto riguarda l'innovazione gestionale, in fiera saranno presenti almeno quattro reti d'impresa che puntano su questa modalità organizzativa per superare i limiti dimensionali.

La rassegna
«Nell'organizzare la rassegna – spiega Giovanni Pastorino, coordinatore del distretto metalmeccanico lecchese – abbiamo cercato di valorizzare la proiezione delle aziende verso i mercati esteri. In fiera ci saranno delegazioni di buyers tedeschi, svizzeri, francesi che da sempre rappresentano importanti sbocchi commerciali delle nostre produzioni. E ci saranno gruppi di operatori russi, polacchi, romeni. Sono tutti mercati in crescita e che possono offrire interessanti prospettive al distretto lecchese».

Le reti
Mentre per favorire possibili sviluppi produttivi e tecnologici, gli organizzatori (oltre al distretto, la Camera di commercio di Lecco e Lariodesk, azienda speciale dell'ente camerale) hanno pensato a incontri tra alcuni espositori e tre eccellenze del made in Italy.
«Abbiamo invitato – annuncia Pastorino – il gruppo Zoppas, la Blm group di Cantù e la Beretta armi di Brescia. Organizzeremo incontri mirati fra queste tre eccellenze e alcune delle aziende espositrici per verificare se possono essere avviati rapporti di collaborazione produttiva. È un modo per offrire alle nostre piccole imprese nuove opportunità di crescita commerciale e tecnologica».

Il tessuto imprenditoriale lecchese contiene numerose eccellenze che sono cresciute anche grazie alle competenze e alla preparazione delle risorse umane. Imprese che possono pure contare sulla presenza nel territorio dei centri di ricerca del Politecnico e dei laboratori del Cnr che negli anni sono riusciti a rendere più efficace il trasferimento tecnologico.

Sul momento che attraversano le imprese del distretto, Giovanni Pastorino rileva «l'elevata incertezza, con una visibilità che solo in pochi casi supera il mese. Anche se – nota l'imprenditore – la situazione non è uniforme, perché anche in questa fase complicata ci sono imprese che continuano a crescere, ad un ritmo del 10-15 per cento annuo. Sono le realtà più internazionalizzate e che puntano su innovazione e qualità per aggredire i mercati».

 

Fonte:
Il Sole 24 Ore