Tronchetti: Olimpia-Telecom resterà italiana

09/01/2009

Pirelli: trattiamo anche con Telefonica, ma nessuna intesa

MILANO — «Con Telefonica ci sono rapporti così come con altri». Non si sbilancia Marco Tronchetti Provera. Da Dubai, dove ieri ha presentato il nuovo pneumatico PZero, il presidente della Pirelli non conferma i rumors sull’arrivo del gruppo spagnolo in Olimpia. Ammette però, come già in passato, che ci sono contatti con potenziali partner per cedere una quota della cassaforte che controlla il 18% di Telecom Italia. Quota di minoranza, ha sempre detto Tronchetti. E ieri lo ha ribadito: «Olimpia rimane al governo di Telecom Italia, che rimane italiana. Ci potranno essere contributi di altri investitori a questa impresa — ha aggiunto —, ma sempre all’insegna dell’italianità». Una puntualizzazione che ha contribuito a rilanciare i rumors su un accordo imminente. E il messaggio sembra indirizzato più al governo che agli investitori. In attesa che si definisca meglio il quadro, ieri le agenzie di stampa hanno registrato una prima reazione, di Paolo Cento, per il quale «tutto quello che rafforza la nostra industria va bene ed è importante che vi sia interesse per Telecom, vuol dire che è competitiva». Il sottosegretario all’Economia, tuttavia, ha fissato un paletto: «Le telecomunicazioni devono rimanere sotto il controllo nazionale». Ed è quello che ha assicurato Tronchetti. L’ipotesi allo studio prevedrebbe la vendita di una quota del 30% di Olimpia (che potrebbe in teoria salire fino al 49%), di cui Pirelli ha l’80% ed Edizione Holding il restante 20%. Cento, però, di paletto ne ha fissato anche un altro: «Il problema dovrebbe essere come potenziare il ruolo pubblico in un settore strategico come le telecomunicazioni». Un discorso che riporta alle vicende di fine estate, al dossier Rovati, alle ipotesi di cessione della rete allo Stato. E che non è ininfluente nelle trattative sul futuro assetto di Telecom. Ma Daniele Capezzone si è augurato «da liberale che le forze del mercato possano interagire in modo libero e concorrenziale. E quindi — ha commentato il presidente della Commissione Attività produttive della Camera —, vorrei che si garantisca a Telecom di interloquire con altri attori nazionali e internazionali».
Il riferimento è duplice: da un lato c’è il confronto aperto sulla rete con l’Authority, che Guido Rossi potrebbe sbloccare creando una nuova società a cui conferire l’infrastruttura per poi cederla (vedere l’articolo sul «CorrierEconomia» di oggi). Dall’altro, ai piani superiori, c’è la trattativa per aprire l’azionariato di Olimpia. In questi mesi si sono affacciati diversi operatori. Si è parlato di France Telecom, dei russi di Sistema, di fondi di private equity. E di Telefonica, con la quale ci sarebbe qualcosa in più di un pourparler. La scelta di un partner industriale è stata caldeggiata più volte dai Benetton, che potrebbero cedere pro quota al nuovo socio una parte del loro 20% di Olimpia. E Tronchetti avrebbe individuato la soluzione a Madrid. I primi contatti con il gruppo spagnolo risalgono a più di un anno fa. Il presidente della Pirelli, affiancato dal banchiere d’affari Gerardo Braggiotti, con pazienza ha tessuto la tela per arrivare ad un accordo, che secondo le voci potrebbe essere imminente. La scelta di un socio industriale, anche se non è escluso l’affiancamento di partner finanziari, si spiega con la volontà di rafforzare il business. E un’alleanza con Telefonica, oltre a sinergie di costo, porterebbe dare un deciso contributo alle attività in Sud America e in Germania, dove Telecom sta investendo nella banda larga. I tempi per chiudere l’alleanza, tuttavia, non sono ancora chiari. Ieri, proprio in seguito ai rumors, la Consob ha chiesto chiarimenti alla Pirelli. E in comunicato la società milanese ha ammesso «l’esistenza di colloqui con soggetti finanziari e industriali, tra cui la società Telefonica». Allo stato, però, «non sussistono accordi o intese». «Pirelli — conclude la nota — sottolinea la propria intenzione di mantenere saldamente in mani italiane la maggioranza di Olimpia».

Fonte:
Corriere della Sera
Federico De Rosa