Torna l’interesse per la Borsa brasiliana

09/01/2009

Più Brasile, meno Messico. Le quotazioni della Borsa di San Paolo hanno infatti toccato alla fine di gennaio i minimi degli ultimi tre anni rispetto ai titoli del listino messicano e quindi sono più convenienti.

E’ quanto sostengono diversi gestori specializzati nell’America Latina. “Guardando agli utili, i titoli messicani hanno raggiunto il loro valore,” ha detto Audrey Kaplan di Rochdale Investment management, che alla fine del 2006 ha venduto tutti i titoli messicani che aveva in portafoglio per buttarsi sul Brasile, perché si aspetta che nel 2007 i tassi di interesse in discesa daranno una buona spinta all’economia e agli utili aziendali.

Il divario tra i p/e (rapporto prezzo azioni/utili) dei due mercati è diventato molto ampio soprattutto negli ultimi sei mesi che hanno visto l’indice Bolsa del Messico fare un balzo del 39%, il doppio del brasiliano Bovespa frenato dal calo dei prezzi del petrolio e dei metalli. In dettaglio, secondo dati Bloomberg, al 31 gennaio il Bovespa trattava a 12,8 volte gli utili rispetto a 19,3 del Bolsa, ossia con uno sconto del 34%, il più significativo da gennaio 2004. Secondo Rochdale, i titoli brasiliani trattano inoltre 11,4 volte le stime sugli utili per i prossimi 12 mesi contro 18,2 volte quelli messicani. Non solo: da Rochdale si aspettano che gli utili aziendali in Brasile salgano quest’anno in media del 24% rispetto al 13% in Messico, garantendo un ulteriore supporto alle azioni.

Tra i titoli ritenuti più promettenti vengono indicati: il gruppo bancario Banco Itau Holding Financeira e la concessionaria autostradale Companhia de Concessoes Rodoviarias.

Il Brasile è favorito anche da Ubs che ha invece tolto il Messico dalla lista dei Paesi preferiti nell’area. “Ci sono buone potenzialità di crescita su entrambi i mercati – ha detto l’analista Damian Fraser – ma in Messico i multipli sono molto più alti”. Il mese scorso Fraser ha alzato il giudizio sul Brasile a overweight (sovrappesare) e abbassato quello sul Messico a neutral.

Sulla stessa lunghezza anche Merrill Lynch che in un report sulle previsioni 2007 ha detto di aspettarsi molte più soddisfazioni dalle aziende brasiliane rispetto a quelle messicane. Merrill stima che gli utili delle compagnie brasiliane saliranno del 21% contro il 15% di quelle messicane. A livello macroeconomico, inoltre, ci si aspetta che sull’economia messicana peserà il calo del prezzo del petrolio visto che le esportazioni di greggio contano un terzo delle entrate statali e il rallentamento della crescita negli Stati Uniti, il primo Paese di destinazione delle esportazioni messicane.

Da un sondaggio condotto dalla Banca centrale del Brasile tra 100 economisti sarebbe poi emerso che l’economia brasiliana dovrebbe crescere del 3,5%, ben oltre il +2,7% stimato per il 2006, grazie al calo dei tassi d’interesse. Le previsioni del governo sono peraltro di una crescita del 4,5%. Inoltre, sempre secondo un report di Merrill Lynch, il Brasile sarà il Paese dell’area latino americana che più beneficerà di un aumento dei fondi d’investimento domestici: le stime parlano di un flusso di ulteriori 153 miliardi di dollari per i prossimi quattro anni. Una visione abbastanza positiva sul Brasile arriva anche da American Express. “Il Brasile in generale migliora anche se si nota un certo deterioramento politico – scrive in una nota il gestore Jonathan Binder – ma non abbastanza per danneggiare la forza di base nel brevemedio termine”. (s.p.)

Fonte:
La Repubblica