Terre rare, il Brasile vuole diventare l’alternativa alla Cina nell’industria del futuro
18/06/2024
Sono strategiche per energie green, Difesa e tecnologia: il Paese sudamericano è accreditato delle terze riserve al globo. La sfida finanziaria e tecnologica
Sono l’ambito il cui dominio assicurerà prosperità economica e la possibilità di tenere il manico del coltello nei rapporti di forza con gli altri Paesi. Ed è per questa ragione che la loro conquista è ritenuta strategicamente imprescindibile nelle Cancellerie di mezzo mondo.
Parliamo dell’industria delle Terre rare e del tentativo di rompere il monopolio cinese di questa filiera. Tentativo che ha un nuovo baricentro, in Brasile: il gigante minerario sudamericano ha infatti grandi ambizioni di costruire un’industria delle terre rare, con l’Occidente che lo tiene d’occhio, interessato, nel tentativo di avere alternative a Pechino per garantirsi i materiali necessari all’industra green e della Difesa.
I diciassette elementi con proprietà magnetiche e conduttive uniche – che consentono di ridurre le dimensioni dei device elettronici o migliorare le prestazioni dei magneti delle pale eoliche o degli hard disk – in Brasile possono essere più a portata di mano grazie ai bassi costi della manodopera, all’energia pulita, alle normative consolidate e alla vicinanza ai mercati finali, tra i quali un reportage della Reuters include il primo impianto di magneti dell’America Latina che rappresenterebbe un grand cliente di sbocco, a portata di mano.
Dopo Cina e Vietnam, il Brasile è infatti accreditato come terza riserva mondiale di terre rare. Dai ceo minerari agli analisti finanziari, non c’è addetto a lavori che non veda la produzione in crescita anche grazie agli incentivi occidentali che stimolano l’industria della ‘raffinazione’ di questo nuovo oro nero. “Il Brasile come fonte di potenziali terre rare è molto interessante: negli ultimi due anni sono state fatte scoperte molto significative“, ha dichiarato alla Reuters Daniel Morgan della banca d’investimento Barrenjoey di Sydney.
Serra Verde, la prima “miniera” brasiliana del comparto, ha iniziato quest’anno la produzione. Altre due o tre miniere potrebbero arrivare da qui al 2030.
Il Paese può essere un tassello importante di questo puzzle industriale e geopolitico. Gli Stati Uniti si sono posti l’obiettivo di arrivare a una filiera autoctona delle terre rare per il 2027; in Europa abbiamo lanciato il Critical Raw Materials Act, che mira all’indipendenza dalle importazioni: almeno il 30% delle materie prime fondamentali per la transizione green e per le nuove tecnologie dovrà provenire dalle miniere europee. E almeno il 10% delle “terre rare”.
Per paesi come l’Australia, il Vietnam e il Brasile che cercano di recuperare il ritardo rispetto alla superpotenza cinese il problema sono i tempi di entrata in produzione. Serra Verde ha richiesto 15 anni, anche se ora il suo amministratore delegato vede più facilmente raggiungibile un rapido raddoppio della capacità.
“Si tratta ancora di un settore nascente che avrà bisogno di un sostegno continuo per affermarsi in un mercato altamente competitivo”, ha messo però le mani avanti il ceo, Thras Moraitis.
Il tema è sia finanziario che tecnologico. “Le principali tecnologie di lavorazione sono controllate da un numero ristretto di operatori”, ha spiegato. E il crollo del 70% dei prezzi delle terre rare negli ultimi due anni non ha semplificato la raccolta di capitali da parte delle aziende minerarie. Certo, in questo scenario il Brasile ha la carta del basso costo del lavoro da giocare: un manager contattato dall’agenzia ha esemplificato chiaramente la differenza di costo tra un autista di camion australiano (133mila dollari l’anno) e brasiliano (15mila).
Ma se la manodopera è a buon mercato, ci sono anche ostacoli tecnologici da superare: a differenza della Cina, molte aziende occidentali stanno ancora perfezionando i complessi processi di produzione dei metalli delle terre rare. Una sfida da vincere, in Brasile, per diventare davvero l’opzione alternativa a Pechino.
Fonte: la Repubblica