Terna guarda al Brasile e promette ricchi dividendi
09/01/2009
Terna, società proprietaria di oltre il 90% delle infrastrutture elettriche (circa 40mila chilometri di linee) e responsabile della trasmissione dell’energia elettrica sulla rete ad alta e altissima tensione su tutto il territorio nazionale, guarda con grande interesse al Brasile: nel piano strategico 2006-2010, ha annunciato l’amministratore delegato Flavio Cattaneo durante la presentazione a Milano, oltre a Tsn (Transmissora Sudeste Nordeste, controllata al 100%) e Novatrans, è inclusa Munirah Transmissora de Energia (concessionaria di 106 chilometri di linee di trasmissione e di due sottostazioni nello Stato di Bahia, operative dallo scorso mese di ottobre, che costituiscono l’ estensione delle linee a 500 kiloVolt di Tsn a chiusura del circuito Nord-Nordest).
L’operazione permette a Terna di consolidare la propria presenza in Brasile attraverso l’acquisizione di un tratto di linea strategico per posizione geografica , la cui acquisizione (17 milioni di euro) verrà perfezionata nel marzo prossimo. Nel piano, ha aggiunto Cattaneo, è stato definito un percorso di quotazione alla Borsa di San Paolo delle società brasiliane.
In Italia, invece, il gruppo investirà 2 miliardi di euro per lo sviluppo della rete elettrica nei prossimi cinque anni per lo sviluppo della rete elettrica. Lo stabilisce il piano strategico 2006-2010. L’ammontare è circa il doppio di quanto investito nel 2001-2005 e di quanto annunciato in fase di collocamento per il periodo 2004-2007. A pari perimetro, ha aggiunto Cattaneo, Terna prevede un contenimento dei costi operativi di gruppo dal 2005 al 2010 di circa 40 milioni.
Nell’arco di piano, dal 2006 al 2010, il cash-flow operativo dovrebbe essere pari ad almeno 2,6 miliardi. Quanto all’indebitamento netto, dovrebbe aumentare per un ammontare compreso tra 800 milioni e 1,3 miliardi. Terna prevede una crescita annua del dividendo per azione pari almeno al 3 per cento. Nell’arco di piano la società distribuirà in dividendi oltre 1,3 miliardi, una cifra «significativamente superiore a quanto distribuito l’anno scorso», ha affermato Cattaneo, quando furono pagati 11,5 centesimi ad azione. «Confermiamo anche la volontà di pagare dividendi due volte l’anno», una politica «sostenibile e attraente per l’investitore». Non sarà più adottato, tuttavia, un pay-out del 100% in quanto, ha precisato l’ad, non garantisce automaticamente una crescita della cedola e perché Terna «deve anche crescere».
L’eventuale integrazione tra Terna e Snam Rete Gas, proposta dalla Margherita e bocciata dal consigliere Eni, Alberto Clò, «avrebbe – secondo il presidente di Terna, Luigi Roth – ritorni positivi per quanto riguarda i costi di funzionamento e operativi». Roth ha risposto così alla domanda di un analista nel corso della presentazione del piano strategico. «Noi siamo oggetto non soggetto – ha precisato – il progetto deve arrivare dal Governo. Per ora ci sono state solo dichiarazioni estemporanee».
Più laconico Cattaneo: «Dal punto di vista industriale abbiamo l’esempio inglese, basta prendere quello». Il successo dell’integrazione tra Lattice e National Grid in Inghilterra viene portato ad esempio dai fautori di una soluzione analoga in Italia; tra questi anche il responsabile economico della Margherita, Enrico Letta.
Terna è quotata a Piazza Affari da giugno 2004 (+0,6% negli ultimi 12 mesi, +2,5% negli ultimi trenta giorni) e capitalizza oltre 4 miliardi di euro. Attualmente l’azionista di maggioranza relativa è la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che detiene il 29.99% del pacchetto azionario, seguita da Enel (6,14%) e Assicurazioni Generali (4,91%). A proposito di Cdp, nel 2005 «l’utile c’è, ma il bilancio non è stato ancora approvato», ha affermato il direttore generale, Antonino Turicchi, sottolineando che con la performance dello scorso anno la Cassa ha «risposto alle aspettative degli azionisti».
Fonte:
Il Sole 24 Ore