Telecom, Tim Brasil brillante anche a luglio nell’acquisto di nuove linee

24/08/2010

Nonostante le buone notizie dal Brasile Telecom Italia scivola dell'1,36% a 1,016 euro in Borsa, in sintonia con l'andamento del mercato (-1,47% l'indice Ftse Mib). Eppure la controllata Tim Brazil si è rivelata brillante anche a luglio nell'acquisizione di nuove linee.

Secondo i dati Anatel il mercato brasiliano mobile a luglio è cresciuto di 1,9 milioni di linee a 187 milioni. E ancora buona è risultata la performance di Tim Brazil che conta per circa il 15% dell'Ebitda del gruppo Telecom Italia. Lo scorso mese infatti la società ha incrementato le linee di oltre 500mila unità raggiungendo ormai i 45 milioni di linee gestite.

"Calcoliamo che la quota di mercato nelle net additions sia stata del 29,3%", valutano gli analisti di Equita sim secondo i quali si tratta di un dato brillante. Dallo scorso mese di aprile Tim ha sempre registrato quote di net additions prossime o superiori al 30%, incrementando la sua quota sullo stock complessivo che oggi è del 24%. Equita mantiene il rating buy sul titolo TI, ordinario e di risparmio (-0,96% a 0,8210 euro), con target price rispettivamente a 1,30 e a 1,05 euro.

Proprio le compagnie di telefonia mobile sono destinate a un cambio radicale della loro fonte di ricavi. Stimano infatti che nel giro di tre anni le applicazioni per cellulari diventeranno, nei mercati sviluppati, la loro prima fonte di ricavi. Ne sono convinti i manager degli operatori tlc, secondo quanto emerge da un'indagine condotta dalla società d'analisi Economist Intelligence Unit del gruppo Economist.

Stando allo studio, nel 2013 le entrate generate dal download di applicazioni e contenuti digitali dovrebbero superare quelle provenienti dalle chiamate vocali, che attualmente rappresentano circa il 70% del fatturato complessivo degli operatori tlc.

Tra le compagnie telefoniche intervistate, il 55% ritiene che l'operatore debba avere la possibilità di far pagare i fornitori di contenuti in cambio di un accesso preferenziale alla rete mobile. Un'eventualità che però minerebbe ulteriormente il principio della neutralità della rete. I regolatori in Europa hanno finora reagito freddamente all'ipotesi di una corsia preferenziale in favore di determinati siti Internet da parte delle compagnie telefoniche.

Fonte:
Milano Finanza