Telecom spinge sui dividendi
09/01/2009
A fine 2004 l’indebitamento netto centra il target a 29,5 miliardi Ricavi in crescita a 31,3 miliardi
MILANO • Gli ultimi conti da ” single” e l’annuncio delle ultime cedole ( in aumento) prima delle nozze tra Telecom e Tim sono stati sottolineati in una seduta di Borsa piatta con il rialzo parallelo dei due titoli: + 1,2% a 2,947 euro Telecom, + 1,17% a 5,205 Tim.
Telecom centra il target dell’indebitamento. A fine 2004, prima dell’Opa su Tim che riporta in alto l’asta, Telecom ha raggiunto l’obiettivo prefissato di abbassare l’indebitamento finanziario netto sotto i 30 miliardi a 29,5 miliardi ( 3,8 miliardi rispetto a fine 2003). I ricavi del gruppo sono cresciuti dell’ 1,3% a 31,23 miliardi (+ 4,9% a parità di cambio e perimetro), il Mol dell’ 1,7% a 14,5 miliardi (+ 4,4% su basi omogenee), il risultato operativo del 6,1% a 7,2 miliardi (+ 9,3% il confronto omogeneo).
Nella banda larga Telecom ha raddoppiato gli accessi a 4,43 milioni ( nazionale e internazionale).
Il risultato di gruppo prima delle imposte è aumentato di 1,5 miliardi a 4,95 miliardi, mentre il netto, venendo meno i benefici fiscali una tantum della fusione Olivetti Telecom, si è attestato a 781 milioni rispetto ai 1.192 del 2003. La Spa ha realizzato invece un utile netto di 2.135 milioni ( 511 milioni), a fronte di un risultato lordo di 3,9 miliardi (+ 511 milioni).
Telecom metterà quindi in pagamento dal 21 aprile, con stacco della cedola il 18, un dividendo aumentato del 5% sulle ordinarie a 0,1093 euro e di 0,1203 euro per le risparmio.
Anche Tim alza la cedola.
Anche Tim, nelle stesse date, staccherà un dividendo aumentato del 10% di 0,2825 euro sulle ordinarie e di 0,2945 euro sulle risparmio. Remunerazione sostenuta dall’utile netto realizzato dalla Spa, aumentato di 500 milioni a 2.822 milioni. Il risultato ha beneficiato di proventi straordinari per 282milioni, senza i quali l’utile netto sarebbe comunque salito del 6,8%. A livello consolidato, i ricavi sono stati pari a 12,9 miliardi (+ 9,5%), il Mol a 6,05 miliardi (+ 10%), il risultato operativo a 4,07 miliardi (+ 7,6%) Brasile in crescita.
In Brasile Tim ha registrato un aumento delle linee del 63,6% a 13,6 milioni nel corso del 2004 e l’a. d. Marco De Benedetti prevede un 2005 ancora molto positivo. I ricavi sono aumentati del 43% a 6.617 milioni di reais ( oltre 1,8 miliardi di euro), il margine operativo lordo ha segnato un balzo di oltre il 150% a 1.314 milioni di reais.
Il risultato operativo resta negativo per 358 milioni di reais da 677 milioni nel 2003.
Nel Paese sud americano potrebbe poi trovare una definizione l’annosa vicenda che riguarda Brasil Telecom, dove Citigroup, secondo indiscrezioni non smentite, avrebbe contattato i vertici del gruppo Telecom Italia per offrire la propria quota detenuta tramite il fondo Cvc Opportunity.
Grecia in vendita? De Benedetti non ha voluto commentare le indiscrezioni sulla cessione di Tim Hellas, riconoscendo tuttavia che « l’asset ha un forte grado di attrattività » .
Tim Hellas ha raggiunto a fine 2004 una base clienti pari a 2,3 milioni di linee, con una quota di mercato del 21% circa. I ricavi sono stati pari a 838 milioni (+ 4,1%).
Via allo scorporo di Tim Italia. Ieri inoltre, è stata data esecuzione, come previsto dai piani di fusione, allo scorporo del complesso aziendale ” comunicazione mobile in Italia” a favore di Tim Italia Spa.
Come conseguenza dell’operazione, Tim manterrà il controllo di Tim Italia e di Tim International, la holding cui fanno capo le partecipazioni estere, e successivamente, per effetto della fusione che sarà efficace da metà anno, Telecom acquisirà l’intero capitale sociale di entrambe. Nel frattempo il cda di Tim Italia ha nominato presidente Carlo Buora e amministratore delegato Marco De Benedetti.
« Lo scorporo— sottolinea una nota della società — costituisce un’operazione neutra dal punto di vista fiscale e come tale non determinerà il realizzo di plusvalenze, né di minusvalenze » .
A riguardo della prossima incorporazione di Tim in Telecom Italia, De Benedetti — che dopo la fusione sarà uno degli amministratori delegati della nuova società ( nell’assemblea che dovrà dar vita alla nuova Telecom i soci sono chiamati anche a integrare il consiglio con De Benedetti e l’indipendente Enzo Grilli)— ha osservato nel corso della conference call con gli analisti che l’operazione non porterà « a cambiamenti di strategie di per sè, ma vedrà le società concentrate nello sfruttamento di tutti i benefici in termini di sinergie » , pur ricordando che Tim continuerà a essere una business unit separata.
Il Sole 24 Ore
25/2/2005