Telecom, l’addio di De Angelis non piace ai broker. Conti attesi deboli
23/07/2018
Milano Finanza
Telecom, l'addio di De Angelis non piace ai broker. Conti attesi deboli
Dopo aver presentato risultati solidi nella controllata brasiliana, perché l'ad Genish ha sostituito De Angelis con Foguel, che non ha esperienza nelle telecom (Banca Imi)? Akros prevede una trimestrale debole e taglia il prezzo obiettivo a 1 euro, mentre Mediobanca cita OI come target di lungo termine per l'M&A
di Elena Dal Maso
Dopo i conti del Brasile pubblicati lo scorso venerdì e la trimestrale del gruppo prevista per il 27 luglio, gli analisti iniziano a prendere posizione su Telecom Italia, che oggi (alle ore 11:50) cede lo 0,33% a 0,6 euro per azione, in linea col il rosso del Ftse Mib. Dal Sud America arrivano due notizie: da un lato i ricavi di Tim Participacoes sono cresciuti del 5,8% a 4,2 miliardi di reais (941,3 milioni di euro). Gli investimenti hanno raggiunto i 224 milioni di euro. Nei sei mesi l'utile è stato pari a 130 milioni di euro, con un rialzo anno su anno del 66,7%. Dall'altro l'amministratore delegato del Brasile, Stefano De Angelis, grazie al quale sono stati raggiunti questi risultati, è tornato in Italia sostituito da Sami Foguel.
Quest'ultimo è un manager proveniente da Tap, le aviolinee portoghesi, ed è stato anche Chief Officer di Azur Airlines. Un curriculum vitae dove non emergono esperienze significative nel settore telecom, sottolinea oggi Banca Imi (rating Buy, Target Price 1,05 euro sul titolo) cui la scelta non piace. Gli analisti parlano infatti di un "rischio di esecuzione" nel passaggio fra i due manager, e anche se la data di fine attività di De Angelis fuori dall'Italia era nota, riprendono gli esperti, si parla pur sempre dell'ad che ha portato a compimento con successo l'attività di turnaround delle attività in Brasile di Telecom Italia.
E qui Banca Imi compie un ulteriore passo: se De Angelis "tornerà in Italia con un nuovo ruolo nel gruppo Telecom Italia non è chiaro. Noi notiamo, come già accaduto per Inwit, che ancora una volta Amos Genish, il ceo di Telecom Italia, ha deciso di non rinnovare un manager che ha portato risultati concreti".
In merito oggi Mediobanca Securities (rating Outperform, target price 1,2 euro) ricorda che De Angelis era alla fine del suo accordo di durata biennale col gruppo delle tlc e che continuerà a sedere nel board di della controllata brasiliana in vista dell'avvicendamento col nuovo ceo. Gli analisti di Piazzetta Cuccia aggiungono poi che il tema M&A in Sud America in realtà non è chiuso e che il mercato sarà soggetto ad un consolidamento nei prossimi due anni (come ha detto Tim Participacoes). Inoltre, durante il weekend, sono emerse indiscrezioni (Mergermarket) secondo cui OI potrebbe rappresentare un target di lungo termine per Tim Brazil. Fra l'altro oggi Equita (rating Buy, prezzo obiettivo di 0,92 euro) ricorda che il Brasile ha raggiunto un accordo con Oi per la condivisione dell'infrastruttura, sia fissa che mobile.
Banca Akros intanto ha portato il giudizio da Accumulate a Buy e tagliato il target price da 1,12 a 1 euro su Telecom Italia. Gli analisti mettono in rilievo che le attese a livello di Ebitda di gruppo sono progressivamente calate e che l'impatto della nuova metodologia di calcolo IFRS peserà per un 4% nei conti del primo semestre.
Nello specifico, i broker di Akros prevedono ricavi globali per 4,829 miliardi di euro nel secondo trimestre (-2,5% anno su anno), un Ebitda adjusted a livello domestico di 1,690 miliardi (-6,7%), un Ebitda adjusted di gruppo di 2,050 miliardi (-6,6%), un utile din 362 milioni di euro (-8,6%) e un Capex (investimenti) in calo del 15,3% anno su anno a 1,037 miliardi di euro. Il debito netto adjusted è per contro visto in rialzo dell'1% a 25,350 miliardi di euro.
Intanto l'ad Amos Genish ha lanciato il piano DigiTim per la digitalizzazione dei processi societari e anche quello su solidarietà e prepensionamenti che vedrà l'uscita di circa 4.500 dipendenti nei prossimi tre anni. Un piano di risparmi che ha visto anche la firma di accordi con in fornitori. Sui conti pesano anche altri fattori come il passaggio della tariffazione da 28 a 30 giorni e l'arrivo in Italia di Iliad che ha favorito un abbassamento delle tariffe e, soprattutto, un aumento dei giga inclusi negli abbonamenti mobili.
Sullo sfondo resta il braccio di ferro fra i francesi di Vivendi, primi azionisti con il 24,9%, che potrebbero tentare un blitz in settembre per pareggiare il conto dei consiglieri con il fondo attivista Usa Elliott, lo stesso del Milan, che ha strappato a Vivendi il controllo nell'assemblea del 4 maggior scorso. A incidere sul titolo Telecom Italia, che da gennaio ha perso il 16,45%, sono anche due corposi downgrade di 10 giorni fa firmati Ubs e Credit Suisse. L’analisi di Ubs (33 pagine) parte da un titolo piuttosto forte: "Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur", una frase attribuita a Tito Livio che significa "mentre a Roma si delibera, Sagunto viene espugnata". Ovvero: i litigi in casa possono fare molto male. Ubs ha portato Telecom da Neutral a Sell, tagliando il target price da 0,83 a 0,59 euro spiegando che i contrasti fra i due maggiori azionisti, ovvero i francesi di Vivendi e il fondo attivista Elliott, minano alla fine il lavoro del board, che di fatto ha compiuto passi avanti in termini di governance e appare molto ben posizionato, scrivono gli esperti, per risolvere i problemi del gruppo.
Gli analisti di Credit Suisse hanno confermato, in un lungo report, il rating neutral su Telecom Italia ma rivisto al ribasso il target price che scende da 0,85 a 0,70 euro. Sebbene gli esperti vedano un potenziale rialzo del titolo dopo le recenti performance, il broker svizzero è rimasto neutral in attesa dei risultati del gruppo. Credit Suisse ha parlato inoltre del rischio di una guerra dei prezzi dopo la presentazione delle offerte di Iliad sul mercato italiano, con Vodafone che ha lanciato Ho. e le nuove offerte di Tim. "Queste offerte sono promozioni, ma il rischio è che diventino permanenti, portando a una maggiore pressione sull'Arpu (average revenue per user)", scrivono nel report gli analisti. Credit Suisse a questo punto prevede che l'indice MSR (Mobile Services Revenues) cali del 10% entro il 2020 e abbassa del 2% le previsioni sull'Ebitda per il 2018/2019.
Fonte: https://www.milanofinanza.it/news/telecom-l-addio-di-de-angelis-non-piace-ai-broker-conti-attesi-deboli-201807231128589870