Telecom Italia, Pirelli valuterà l’uscita

09/01/2009

Sui conti della Bicocca l’effetto svalutazione del gruppo telefonico: nel 2006 la perdita è stata di 1,04 miliardi

MILANO — Pirelli è pronta a sciogliere i legami con Telecom Italia. Il consiglio della Bicocca che si è riunito ieri dopo il patto di sindacato ha deciso di valutare «tutte le possibili opzioni» per valorizzare la quota in Olimpia inclusa «la dimissione della partecipazione». La decisione non è stata motivata. Parlando con gli analisti, Marco Tronchetti Provera, ha preferito non scendere in dettagli, anche se commentando le ultime mosse di Telecom ha fatto capire di non essere d’accordo con le scelte fatte dal management sul piano industriale.

Una posizione che nel consiglio tenuto giovedì dal gruppo telefonico aveva preso forma con l’astensione dei consiglieri espressi dal Pirelli, Carlo Puri Negri e Massimo Moratti, e le critiche di Gilberto Benetton al business plan, che però ha poi votato a favore. Ieri Tronchetti ha assicurato che «non c’è stato un conflitto di opinioni tra Pirelli e Benetton» aggiungendo che sul piano strategico «molti hanno espresso la stessa opinione degli astenuti». Piano che il mercato ha accolto con freddezza, penalizzando anche Pirelli che nel giorno del «Telecom Day» ha perso oltre il 4%. E ieri Moody’s ha deciso di abbassare il rating della società telefonica. L’apertura di Tronchetti ai possibili compratori sarebbe dunque conseguenza di quanto si è verificato, sia in termini «di mercato» che di rapporti con i vertici della società, nonché una soluzione per slegare l’andamento di Pirelli da quello della sua principale partecipazione.

Il presidente della Bicocca ha spiegato che comunque non c’è ancora nulla sul tavolo: nessuna cordata di banche di cui «ho letto sui giornali» né altre trattative, ma «solo contatti». Quello conferito dal board «è un mandato esplorativo — ha precisato —, non è stata presa alcuna decisione su tempi e prezzo». E nemmeno sulla soluzione finale: «Sta agli altri manifestare interesse e dire a quale prezzo, poi considereremo se è conveniente per noi o se è più conveniente invece adottare un’altra strategia».

Dal punto di vista prettamente finanziario, quest’anno la partecipazione in Olimpia è costata cara. L’adeguamento del valore della quota, portata da 4,2 a 3 euro, ha mandato in rosso il bilancio neutralizzando l’effetto della cessione del 38,9% di Pirelli Tyre e della partecipazione in Capitalia. I conti approvati ieri dal consiglio del gruppo si sono chiusi con 1 miliardo di euro di perdita, dall’utile di quasi 400 milioni del 2005, a causa della svalutazione della partecipazione nella cassaforte di Telecom, che ha pesato per 2,11 miliardi. Di conseguenza Pirelli ha deciso che non distribuirà dividendi. Il write-off ha di fatto annullato la crescita dei profitti registrata nel core business.

A fine 2006 la società ha visto i ricavi aumentare dell’6,5% a 4,84 miliardi con 401 milioni di risultato operativo, il 13,1% in più dell’anno precedente. La posizione finanziaria netta è stata negativa per 1,97 miliardi. Buona la spinta dei pneumatici che hanno visto aumentare i ricavi del 9%, e di Pirelli Re che ha «registrato una crescita a doppia cifra del risultato operativo», si legge nella nota diffusa alla fine del consiglio, in cui si dà conto anche del raggiungimento del pareggio operativo della start-up Pirelli Broadband Solutions e di Pirelli Ambiente.

Fonte:
Corriere della Sera
F. D. R.