Telecom Italia attraversa una fase delicata in cui le incertezze sembrano avere il sopravvento. Un contributo al chiarimento della situazione, almeno su alcuni dei molteplici fronti aperti, e' giunto ieri dalle parole del viceministro dello Sviluppo Economico con delega per le Telecomunicazioni, Paolo Romani. Romani ha infatti chiuso la porta a Telefonica, socio forte della holding Telco che controlla Telecom, affermando che quest'ultima deve restare italiana. La compagnia spagnola negli ultimi mesi aveva fatto pressioni per una fusione, ponendosi peraltro in contrasto con l'esecutivo tricolore sull'ipotesi di scorporo della rete fissa, asset fondamentale di Telecom.
Su questo ultimo punto da parte di Romani sembra esserci stato un passo indietro, o quantomeno una pausa di riflessione. Il viceministro ha infatti affermato che quella dello scorporo non e' un'ipotesi di lavoro ma "di riflessione" come ce ne sono altre. Romani ha inoltre comunicato l'intenzione del governo di stanziare quasi 1,5 miliardi di euro per raggiungere la copertura totale della popolazione con la banda larga e superare il cosiddetto "digital divide".
Niente di concreto pero' sulla rete di nuova generazione in fibra ottica. Le parole di Francesco Caio, consulente del governo sulla materia e autore del rapporto sullo sviluppo della banda larga, in merito alle difficolta' che Telecom potrebbe avere per effettuare gli ingenti investimenti richiesti sono in linea con quanto dichiarato pochi giorni fa da Oscar Cicchetti, responsabile del mercato domestico dell'ex monopolista.
Cicchetti ha affermato che lo sviluppo della rete in fibra e' legato a doppio filo alla domanda da parte della clientela. Al momento attuale secondo il manager mancano le applicazioni capaci di sfruttare le possibilita' offerte dalla fibra ottica e di conseguenza i clienti avrebbero difficolta' ad accettare un costo superiore dei servizi di connessione. In sostanza gli investimenti arriveranno, ma solo in modo graduale e progressivo in sintonia con il manifestarsi della domanda. (SF)
Fonte: LaStampa
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