Telecom, in Brasile con più investimenti
08/09/2014
Dopo la battaglia agostana per la conquista di Gvt, che ha visto prevalere Telefonica, è la prima volta che il vertice di Telecom Italia parla pubblicamente. E lo fa all'unisono con il presidente Giuseppe Recchi e l'ad Marco Patuano, a margine del forum Ambrosetti a Cernobbio. Tim Brasil comunque «resta "core"», ha ribadito Patuano, spiegando che il Brasile dovrà essere considerato come «un'opzione di crescita» e che il piano potrà essere rivisto con un'accelerazione degli investimenti. «In particolare sulla banda ultralarga mobile, sulla scorta di quanto facciamo in Italia con risultati interessanti», ha precisato l'ad.
Il management di Telecom ha preferito rinunciare al rilancio, anche se l'advisor Mediobanca era pronto a dare una fairness opinion per pareggiare l'offerta di Telefonica di 7,45 miliardi e il board aveva già dato il suo assenso. Telecom nella scelta degli advisor ha valutato le loro competenze e Mediobanca «aveva un grande valore aggiunto, per le sue capacità e la conoscenza delle parti», ha osservato Recchi, precisando che il gruppo era assistito anche da altri advisor, Citibank, Bnp, Bradesco ed Equita.
Certo, sfumata per ora la possibilità di accelerare con la crescita esterna, si torna a uno scenario di crescita organica. Domani chissà, ma per ora non ci sono altre opportunità sul piatto. «Nessuna notizia», nessuno sviluppo ha avuto per ora l'iniziativa di Oi, il "campione nazionale" delle tlc brasiliane che, alla vigilia della scelta del board Telecom di entrare nella contesa per Gvt, aveva incaricato Btg Pactual di studiare un'offerta per Tim Brasil. La banca d'affari – così come risulta dalla comunicazione inoltrata alle autorità di mercato brasiliane, è stata nominata "commissario mercantile", un soggetto cioè titolato a presentare un'offerta per conto terzi. Indizio preciso del tentativo di dar concretezza a un'offerta "consortile", dove Tim Brasil sarebbe stata destinata allo spezzatino tra gli operatori di tlc su piazza. Dopo che Vivendi ha accettato l'offerta degli spagnoli, Telefonica Brasil si è affrettata a precisare di non essere coinvolta nell'iniziativa di Oi, e del resto non poteva essere altrimenti visto che che il gruppo è ancora sotto lo scrutinio antitrust del Cade.
Quanto a Telecom Argentina, in un modo o nell'altro si chiuderà il 25 settembre, quando scade la proroga concessa all'aspirante acquirente, il fondo Fintech di David Martinez, e si terrà il prossimo cda Telecom. «Abbiamo preso atto che nel corso dell'estate il Governo argentino ha dovuto affrontare una crisi importante: quindi – ha spiegato Patuano – abbiamo concesso alla nostra controparte un'estensione temporale, che però non può durare all'infinito: le autorizzazioni arrivano o non arrivano e a questo punto il cda rivaluterà l'intero dossier». La compravendita, firmata il 13 novembre scorso, era condizionata all'autorizzazione dell'Authority argentina delle tlc, che finora non è arrivata.
Se a livello aziendale potranno essere riviste alcune scelte, a livello di azionariato la situazione è in piena evoluzione, con anche Telefonica in uscita. Una «scelta ssolutamente rispettabile», l'ha definita Patuano. «Era chiaro che prima o poi avrebbe dovuto prendere una decisione di lungo periodo che doveva fare i conti con il fatto che noi siamo concentrati su due mercati, Italia e Brasile, così come Telefonica è concentrata sui mercati europei e sudamericani». Questo però, secondo l'ad Telecom, non ridurrà la possibilità di un'ulteriore collaborazione, «che negli ultimi anni è stata molto proficua».
Nel futuro non è in vista comunque una fusione con Mediaset. Recchi ha confermato che non c'è stato alcun contatto tra i due gruppi. «Non abbiamo mai parlato di un'alleanza con Mediaset – ha precisato – ma, in una fase di trasformazione del settore, chiunque vende contenuti per noi è un interlocutore. Oggi abbiamo un accordo solido e stabile con Sky». Da parte sua, l'ad di Sky Italia, Andrea Zappia si è detto convinto che l'accordo tra i due gruppi «darà soddisfazione a entrambi».
Se anche Vivendi subentrerà a Telefonica nel capitale, non c'è nessuna tentazione di ricostituire una Telco 2. Dopo Intesa, anche il presidente di Generali, Gabriele Galateri, lo ha escluso categoricamente: «Il tema non si pone neppure». Identica la linea di Mediobanca.
Infine, per quanto riguarda la rete, Patuano ha affermato che «non c'è nessuna intenzione di scorporarla», confermando che il progetto – discusso in passato con la Cdp – è definitivamente accantonato.
Fonte:
Il Sole 24 Ore