Tassi Usa: Fed Funds tagliati di 75 punti base
09/01/2009
Decisione non unanime: hanno votato contro due governatori. Il Federal Open Market Committee della Fed ha anche tagliato il tasso di sconto, che passa dal 3,25% al 2,50%
Il Federal Open Market Committee della Fed, martedì 18 marzo, ha tagliato il tasso sui Fed Funds di tre quarti di punto percentuale, portandolo al 2,25% dal 3% precedente. L’organismo della Fed che decide sui tassi ha anche tagliato il tasso di sconto, che passa dal 3,25% al 2,50%. Dopo questa decisione, il divario fra il costo del denaro negli Usa e quello in Eurolandia è salito a 1,75 punti. Il tasso principale nell’Eurozona è infatti fermo al 4 per cento.
La decisione di ridurre i tassi di 75 punti base al 2,25% non è stata presa all’unanimità. Hanno votato a favore otto governatori, tra cui ovviamente il presidente Ben Bernanke e i suoi vice Timothy F. Geithner e Donald L. Kohn. Invece, Richard W. Fisher e Charles I. Plosser hanno votato per misure meno aggressive. Un ulteriore taglio dunque non è escluso e i contratti sui Fed Funds vedono il 96% di possibilità che la banca centrale americana tagli nuovamente i tassi di interesse di 50 punti base all’1,75% in occasione della prossima riunione di aprile.
«Peggiorate le prospettive dell’economia Usa»
«Le prospettive dell’economia Usa sono peggiorate ulteriormente, la crescita dei consumi ha rallentato e il mercato del lavoro si è indebolito. I mercati finanziari rimangono in uno stato di grande stress e le crisi del credito e del mercato immobiliare minacciano di pesare sulla crescita economica per alcuni trimestri» si legge nel comunicato pubblicato al termine della riunione odierna del Fomc. «La misura di politica monetaria decisa oggi, sommata a quelle prese in precedenza e incluse gli interventi per favorire la liquidità dei mercati, dovrebbero promuovere la crescita nel lungo periodo e mitigare i rischi di ulteriorie rallentamento dell’economia. Tuttavia rimangono rischi al ribasso e il comitato è pronto ad agire con tempestività per promuovere una crescita economia sostenibile senza perdere di vista la stabilità dei prezzi».
Già domenica 16 marzo era arrivata una manovra straordinaria, con la decisione del presidente Ben Bernanke di tagliare il tasso di sconto dal 3,50% al 3,25 per cento. Quasi a preparare il terreno a una manovra aggressiva della Fed, anche il segretario al Tesoro statunitense Henry Paulson ha ammesso che l’economia statunitense è in «forte declino»: manca pochissimo, ormai, perchè la Casa Bianca riconosca che è recessione.
Fonte:
Il Sole 24 Ore