Tassi Ue oltre il 2,5% solo se la ripresa tiene
09/01/2009
MILANO. Anche in Europa si apre la stagione del denaro più caro. Lo scorso venerdì il numero uno della Bce, Jean Claude Trichet, ha finalmente tolto il velo sulle intenzioni dell’istituto di politica monetaria di Francoforte. Dichiarando che la Bce “ è pronta a iniziare a rimuovere parte dello stimolo fornito all’economia”, Trichet ha anticipato l’esito della riunione di giovedì 1 dicembre ai mercati finanziari. Il mercato e gli analisti ora non ha hanno più dubbi: a Natale i tassi di interesse europei saranno più alti di 25 punti base. Non è invece messa in conto una stretta di consistente, considerato che il governatore ha sottolineato che si tratterà di un aumento ‘modesto’.
Data oramai per scontata l’entità della manovra di dicembre, più difficile è interpretare le mosse successiva. Il mercato sconta per fine 2006 un rialzo dei tassi di 75 punti base a 2,75% ma alcuni analisti non sono d’accordo. Per Ubm così come per Goldman Sachs, la Bce si fermerà al 2,5% per almeno tutto il 2006, annullando così il taglio di 50 punti base effettuato nella riunione del giugno del 2003.
“Pr capire realmente quali sono le intenzioni successive alla riunione di dicembre – scrivono in una nota gli analisti di Credit Suisse First Boston – bisognerà aspettare il flusso di dati macroeconomici in uscita nei prossimi mesi” E’ infatti proprio sulla base degli ultimi dati sulla crescita europea che l’istituto di Francoforte ha deciso di modificare la sua politica monetaria. Nel terzo trimestre il Pil è cresciuto oltre le stime dello 0,6% trimestrale e del 2,4% annuo. “Se questo trend sarà mantenuto – aggiungono da CSFB – è possibile che la stretta sarà più forte in futuro”.
Già questa settimana due importanti test sono attesi dal mercato per verificare la tenuta della ripresa di Eurolandia, che ha mostrato segni di vivacità anche in questo inizio di autunno. Sono due in particolare i dati sotto i riflettori, ovvero l’indice Ifo tedesco di novembre (in calendario giovedì), che è atteso in peggioramento rispetto ai mesi scorsi e l’indice della fiducia belga che, al contrario, dovrebbe rafforzarsi. A proposito della congiuntura europea scrivono gli esperti di Banca Intesa: “Le ultime informazioni disponibili per il mese di ottobre suggeriscono che la ripresa si è consolidata a inizio autunno. L’€-index Banca Intesa suggerisce un proseguimento di questa fase congiunturale più positiva a fine 2005 e stima la crescita del Pil a +0,5% t/t nel 2005.T4. Inoltre, l’inflazione rimarrà ben al di sopra del 2% nei prossimi mesi, sebbeme le pressioni verso l’alto siano confinate al capitolo energia. I fondamentali rimangono favorevoli alla stabilità dei prezzi. Il costo del lavoro unitario è cresciuto solo dell’1,1% a/a nel 2005.T2, e le condizioni sul mercato del lavoro suggeriscono che la moderazione salariale continuerà. I rischi per la dinamica dei prezzi al consumo sono comunque verso l’alto sia per il prezzo del petrolio sia per la politica fiscale. In particolare, nel 2007 l’inflazione dell’area euro verrà gonfiato per circa lo 0,3% in seguito alla decisione del governo tedesco di aumentare l’aliquota Iva al 19% dall’attuale 16%”.
Fonte:
L’Espresso
21/11/2005