Tasse: il prelievo effettivo sulle imprese è pari al 73%

11/11/2008

Il Fisco italiano è tra i più pervasivi al mondo per le imprese. La pressione tributaria sulle società è tra le più alte e, più in generale, il numero di adempimenti e il tempo necessario a gestirli collocano l'Italia agli ultimi posti del panorama internazionale globale.

Nella classifica del "total tax rates", ovvero l'incidenza effettiva del carico fiscale e previdenziale sui profitti maturati ogni anno dalle imprese, l'Italia è ultima fra i paesi della Ue e 166esima su 181 paesi nel mondo, con una pressione impositiva che arriva al 73 per cento degli utili. Ma non è finita. L'Italia, infatti, è 128esima nella speciale classifica della semplicità degli adempimenti fiscali e contributivi e 133esima in quella delle ore necessarie a ottemperarvi.

E' questo il quadro tracciato nell'indagine «Paying Taxes 2009» realizzata da PricewaterhouseCoopers e da World Bank-Ifc sulla base del report del Gruppo World Bank dal titolo «Doing Business 2009» che ha analizzato i sistemi tributari di 181 paesi, per misurarne la semplicità e monitorare gli sforzi riformisti compiuti dai singoli Stati.

Dal focus relativo all'Italia, emerge come il peso dell'Ires sia in linea rispetto a quella dei principali paesi europei. Altrettanto può dirsi rispetto al numero di versamenti mediamente effettuati nel corso dell'anno. Quello che fa peggiorare il modello fiscale tricolore è l'Irap che rappresenta un'imposta anomala a livello internazionale e che pesa sul Total Tax Rate italiano fino all'8 per cento. Così se l'aliquota nominale delle imposte sui redditi delle società (Ires più Irap) è inferiore al 40%, a causa dell'indeducibilità del costo del lavoro e di oneri di varia natura (tra cui gli interessi passivi), quella effettiva supera il 50 per cento.

Il paese con il "total tax rates" più bassi sono: Vanuatu (8,4%), Maldive (9%), Qatar (11%), Kuwait (14,4%), Bahrain (15%), Zambia (16%) e Lesotho (18%).

Nella Ue i paesi leader per la semplicità dei pagamenti sono Irlanda, Danimarca, Lussemburgo e Regno Unito. In negativo, oltre all'Italia, solo Polonia e Romania hanno sistemi più complessi. Mentre tra i paesi del G8 primeggiano Gran Bretagna, Canada e Usa, e solo la Russia fa peggio dell'Italia.

Il numero medio delle imposte dovute dalla società-tipo varia poi da un'area geografica all'altra: da una media di poco più di 8 dei paesi dell'area Asean, fino ai 12 dei paesi in più forte crescita (Brasile, Russia, India e Cina). Anche nelle singole aree geografiche si rilevano forti differenze.

Nella Ue il numero delle imposte varia dai 5 della Svezia ai 16 dell'Austria.
I paesi che nel 2007/2008 hanno ridotto l'imposta sui redditi delle società sono stati: Albania, Antigua e Barbuda, Bosnia-Erzegovina, Burkina Faso, Canada, Cina, Costa d'Avorio, Repubblica Ceca, Danimarca, Repubblica Dominicana, Georgia, Germania, Italia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Madagascar, Malaysia, Marocco, Nuova Zelanda, Samoa, St.Vincent e Grenadine e Tailandia.

Il paese che ha realizzato più riforme fiscali nel 2007/2008 è stato la Repubblica Dominicana, la quale ha ridotto dal 30 al 25% l'aliquota dell'imposta sui redditi delle società, eliminato numerose imposte (compresa quella di bollo), ridotto l'imposta sui trasferimenti immobiliari e varato un iter online per presentare le dichiarazioni e pagare le imposte.

 

Fonte:
Il Sole 24 Ore