Super ricchi: avanzano russi e spagnoli. I Paperoni italiani sono tredici

09/01/2009

NEW YORK – Almeno per il 2007 l’onore dell’Italia nella classifica mondiale dei miliardari è assicurato dalla copertina di Forbes. Nella pubblicazione che si autodefinisce “la Bibbia mondiale del capitalista, o aspirante capitalista” compare quest’anno la figura spericolata di Flavio Briatore sul cofano color giallo zabaione di una Renault Gran Premio di Formula 1, con accanto, seduta sopra una ruota, l’inseparabile fidanzata e anzi promessa sposa Elisabetta Gregoraci, molto famosa anche in America come la modella della celebre marca di reggiseni Wonderbra.

I “NUMERI” DI BRIATORE – Il manager delle corse automobilistiche, per la verità, non avrebbe diritto a comparire nel numero della rivista che tutti gli anni pubblica la classifica dei “seriously rich”, ovvero delle persone che possono vantare un patrimonio netto non inferiore al miliardo di dollari (intorno a 800 milioni di euro). Come è spiegato infatti nel titolo, la sua presenza addirittura in copertina nel numero speciale di Forbes, dove al primo posto figura di nuovo l’eterno Bill Gates, seguito dagli altri 945 megamiliardari dell’intero pianeta, ha una spiegazione diversa. Al contrario del ricchissimo fondatore della Microsoft – che, come è risaputo, in aereo viaggia in classe economica e, avendo accumulato una fortuna di 50 miliardi di dollari (ovvero, per dare un’idea più concreta, il valore di 40.000 appartamenti del valore di un milione di euro ciascuno), ha deciso di dedicarsi alla filantropia – Briatore “non” è miliardario ma è un autentico genio nell’arte di divertirsi e di vivere come un autentico Creso sfuttando oculatamente il denaro degli altri. Il suo patrimonio, precisa l’articolo che lo riguarda e ne racconta senza invidia le imprese, è rispettabile senza dubbio perché si aggira sui 150 milioni di dollari (120 milioni di euro). Ma rispetto agli autentici ricchi si tratta in fondo di poca cosa.

Quanti sono e dove sono: la classifica per nazioni

GLI ALTRI ITALIANI IN CLASSIFICA – A parte la presenza del geometra di Verzuolo (Cuneo) scoperto nel 1979 da Luciano Benetton, che gli affidò con risultati sbalorditivi l’incarico di aprire i suoi primi cinque negozi negli Stati Uniti, l’Italia nella graduatoria dei miliardari occupa una posizione piuttosto incolore, con 13 sole presenze nelle quali si notano i nomi di sempre incominciando da quello prevedibile di Silvio Berlusconi, che con 11 miliardi di dollari di patrimonio (8,8 miliardi di euro) si aggiudica comunque il 37° posto su 946 posizioni della graduatoria mondiale. Seguono, fra gli italiani, Ferrero e Del Vecchio (10 miliardi di dollari ciascuno, 8 miliardi di euro), poi il quartetto dei Benettoni (Carlo, Gilberto, Giuliana e Luciano) che con 2,5 miliardi di dollari per ciascuno raggiungono insieme la stessa cifra), Giorgio Armani (4 miliardi di dollari; 3,2 miliardi di euro) Francesco Gaetano Caltagirone (2,7 miliardi di dollari; intorno ai 2 miliardi di euro) Miuccia Prada e famiglia (2,5 miliardi di dollari, ovvero poco meno del patrimonio di Caltagirone). Poi vengono i nomi di Mario Moretti Polegato (calzature Geox, 2,2 milardi di dollari pari a 1, 8 miliardi di euro circa), Ennio Doris (stessa cifra, settore assicurazioni), Stefano Pessina (settore farmaceutico, fondatore del gruppo Alliance UniChem di recente fuso con la britannica Boots, anche lui con un patrimonio dell’ordine di 1,8 miliardi di dollari).

POCHE LE NOVITA’ – Inutile cercare nella classifica di Forbes qualcuno dei vecchi grandi dell’industria o della finanza italiana. Ormai da questa specie di Gotha annuale – peraltro molto discusso, come ricorda l’inclusione fra i capi di stato più ricchi del mondo di Fidel Castro, che protestò violentemente, minacciando di portare Forbes in tribunale – i nomi del cosiddetto “salotto buono” sono stati tutti spazzati via. Ma anche se la Germania e la Gran Bretagna nell’elenco dei grandi capitalisti occupano una posizione importante, con 55 e 29 nomi rispettivamente, la verità è che in Europa le novità, in materia di accumulazione di nuova ricchezza, sono piuttosto scarse.

EMERGENTI I MILIARDARI SPAGNOLI – Fanno eccezione la Spagna (con ben 10 neomiliardari su 20 in totale), la Svizzera con nomi poco conosciuti come quello del 78enne Sergio Mantegazza (case da gioco) e, inaspettatamente, la Serbia e la Romania, che per la prima volta figurano nella classifica con un neomiliardario ciascuna: il romeno Ion Tiriac, banche e assicurazioni, con una fortuna di 1 miliardo e 100 milioni di dollari (880 milioni di euro) e il serbo Miroslav Miskovic (1 miliardo di dollari, pari a 800 milioni di euro).

AVANZATA DEI RUSSI – La vera sorpresa nel capitalismo europeo è data comunque dalla presenza sempre più massiccia dei russi. La Russia, con 19 neomiliardari su 53, ha ormai superato la Germania, con un valore di ricchezza aggregato di 282 miliardi di dollari – sempre nella graduatoria dei super ricchi calcolata da Forbes – contro i 245 dei miliardari tedeschi. I russi in altre parole, nella corsa all’accumulazione del capitale, vengono subito dopo gli americani, che peraltro fanno sempre la parte del leone con 55 nuove presenze fra le quali si nota quella del “re del caffè” Howard Schultz.

GLI ASIATICI – Ma è soprattutto dall’Asia che viene l’impulso acquisitivo maggiore, con 45 neomiliardari che (contrariamente a un’opinione diffusa) non si concentrano in Cina ma, in maggioranza, nell’India dove rispetto al 2006 si notano 36 nomi dei quali 14 compaiono per la prima volta e l’Unione Indiana ha sorpassato per la prima volta, come numero di miliardari, il Giappone, con un totale di 36 presenze e 191 miliardi di dollari in India, contro 24 e 64 miliardi di dollari nel Sol Levante. Quanto alla Cina, con 18 nomi, la “lunga marcia” verso il miliardo dà segni di dinamismo ma si è appena iniziata, sia pure con presenze significative anche di donne, fra le quali è emersa una miliardaria che si è arricchita fabbricando tortelli cinesi.

Nella stessa area geografica, però, la parte del leone spetta sempre per ora a Hong Kong, dove il 79enne immobiliarista Lee Shau Kee possiede un patrimonio di 17 miliardi di dollari (circa 13 miliardi e mezzo di euro). Scontata è invece la presenza massiccia dei re del petrolio mediorientali, mentre un certo dinamismo economico (sia pure discontinuo e con fortissime disparità) si nota in America Latina. Ma, per ridimensionare l’impressione euforica della ricchezza che incomincia a diffondersi anche nel Terzo Mondo, basta il nome di un continente: quello dell’Africa, dove si prevede che nel 2025 la popolazione avrà raggiunto la cifra di un miliardo e 300 milioni. Solo una fiducia cieca può indurre a pensare che per quella data il Continente Nero avrà sconfitto le malattie e la fame.

Fonte:
Corriere della Sera
Renzo Cianfanelli