Strategie equity: prospettive in miglioramento per la borsa brasiliana
09/01/2009
Dopo diversi mesi di turmoil politico, il Brasile potrebbe ritornare ad essere una interessante opportunità di investimento.
Le pressioni sul presidente Lula sembrano infatti allentarsi, dopo che per diversi mesi alcuni importanti esponenti del suo governo (incluso il ministro dell’economia Antonio Palocci) sono stati messi sotto accusa per corruzione e finanziamenti illegali. Addirittura all’inizio dell’estate si era parlato di impeachment per il presidente, ipotesi che avrebbe aumentato a dismisura il premio a rischio del paese, la cui governabilità sarebbe stata seriamente compromessa.
Dopo gli anni della presidenza di Cardoso in cui l’evasione fiscale aveva raggiunto livelli insostenibili e il paese si manteneva a galla solo grazie al deprezzamento contro il dollaro (passato tra il 2000 e il 2003 da 1,8 a 3,8), l’elezione di Lula (inizialmente temuta dai mercati per il suo presunto estremismo politico) ha riportato in primo piano le riforme strutturali e ridato credibilità alla politica economica del paese.
L’indice azionario brasiliano Bovespa nel 2005 ha sofferto per questo flusso di notizie negative provenienti dal fronte interno e ha realizzato una performance negativa in termini relativi rispetto alle altre borse sudamericane (escludendo il Venezuela il cui rapporto rischio/rendimento continua drammaticamente a peggiorare) e ai principali mercati emergenti.
Il recupero dall’elezione di Lula è stato notevole (da 10000 a 29000 circa), ma ricordiamo che intorno ai minimi il mercato scontava l’ipotesi di default.
Fonte: Bloomberg
Nel 2005 l’indice ha trattato tra un minimo di 23700 in gennaio ad un massimo di 29450 in marzo. Attualmente tratta intorno a 26500 punti, in ascesa dai 24000 toccati in maggio quando la crisi politica sembrava di difficile risoluzione.
Per quegli investitori che ritengono che la crisi politica che sta indebolendo Lula sia circoscrivibile e che i mercati emergenti possano rimanere ancora intonati positivamente, allora potrebbe valere la pena considerare le attuali valutazioni dell’indice brasiliano.
Gli attuali multipli del Bovespa sono 8,68x come P/E del 2004, che diventano 7,65x sui dati attesi per il 2005. Il P/B del 2004 è di 1,22x, con 0,85x di P/S.
Un investimento nell’area potrebbe essere fatto attraverso fondi geografici, oppure con investimenti diretti tramite ADR (American Depositary Receipts) quotate negli Stati Uniti. Il numero di ADR è abbastanza alto (oltre 25) e sono rappresentati i principali settori.
In questa fase non prenderemmo in considerazione il settore bancario, che nei paesi emergenti presenta una maggiore ciclicità e quindi un grado di rischio elevato.
Conclusioni: la crisi politica che sta attanagliando il Brasile sembra allentarsi, riportando così l’interesse degli investitori sulle ottime prospettive del paese.
Nel medio termine consigliamo però molta cautela, perché alle variabili endogene potrebbero unirsi quelle esogene, in primis uno storno degli indici azionari che avrebbe ripercussioni amplificate sugli emergenti.
Al contrario per il medio/lungo periodo già agli attuali multipli, il Brasile ci sembra un investimento prospetticamente interessante.
Fonte:
SoldiOnline.it
24/8/2005