Strage Duisburg, San Luca sotto assedio, trentadue persone fermate per la faida
09/01/2009
Provvedimenti contro le famiglie Strangio-Nirta e Vottari-Pelle da anni in guerra. All’alba centinaia di poliziotti e carabinieri hanno circondato il centro abitato.
Individuato un bunker sotto una palazzina nel centro del paese: all’interno tre persone. In manette anche i fratelli di due vittime del massacro di Ferragosto
SAN LUCA (REGGIO CALABRIA) – Cinquecento uomini tra polizia e carabinieri hanno circondato questa mattina il paese di San Luca. L’operazione degli inquirenti calabresi ha portato al fermo di 32 persone nel paese della Locride da anni al centro di una sanguinosa faida tra alcune cosche della ‘ndrangheta. Nell’ambito del blitz sono stati eseguiti due fermi anche a Latina.
L’operazione. Decine e decine le case perquisite, cunicoli naturali e artificiali setacciati, elicotteri in volo per presidiare le vie di fuga, un bunker scoperto e 32 provvedimenti di fermo notificati. Questo è il bilancio dell’operazione condotta dalle forze dell’ordine. Tutte le persone fermate sono gravemente indiziate di avere parte attiva nella faida tra i Nirta -Strangio e i Vottari-Pelle che ha avuto nella strage di Ferragosto, a Duisburg, in Germania, il suo episodio più sanguinoso.
Le richieste originarie avanzate dai pm riguardavano complessivamente 51 persone, ma il gip ne ha accolte 43. Gli inquirenti hanno reso noto che sono 32 le persone fermate a San Luca.
Il bunker. Gli ultimi tre arrestati, Antonio Giorgi, Antonio Pelle e Antonio Vottari, sono stati scoperti dai carabinieri dentro un bunker ricavato nel sottoscala di un’abitazione. A individuare il nascondiglio sono stati i militari di una squadra dotata di martelli pneumatici e altra attrezzatura adatta a sfondare anche le superfici più dure. Le ricerche nella zona continuano.
I fermati. Tra i destinatari dei provvedimenti ci sono cinque donne e anche i fratelli di due delle vittime della strage di Duisbur: si tratta di Achille Marmo, fratello di Marco, e di Giovanni Strangio, fratello di Sebastiano. Un provvedimento è stato emesso anche nei confronti di Giovanni Nirta, considerato il boss della omonima cosca. Le accuse contestate sono di associazione mafiosa, omicidi, traffico di armi ed altro.
Non si tratta dei responsabili della strage di Ferragosto, bensì dei presunti mandanti ed esecutori dell’agguato compiuto il giorno di Natale dello scorso anno a San Luca, quando venne uccisa Maria Strangio, la moglie di Giovanni Nirta. Secondo gli investigatori italiani, che continuano ad indagare insieme alla polizia tedesca, i sei omicidi di Duisburg sono la “risposta” del gruppo Nirta-Strangio a quell’agguato.
Il provvedimento è stato notificato a: Roberto Aguì, 26 anni; Giuseppe Biviera, 29 anni; Vincenzo Biviera, 22 anni; Antonio Giorni, 30 anni; Caterina Giorgi, 38 anni; Teresa Giorgi, 31 anni; Vincenzo Giorgi, 63 anni; Giovanni Luca Nirta (Gianluca), 38 anni, marito di Maria Strangio; Antonio Pelle, 19 anni; Domenico Pelle (“micu i mata”), 57 anni; Giuseppe Pelle, 47 anni, “u gambazza”; Giuseppe Pipicella, 36 anni, “u zipangulu”; Giuseppe Pugliesi, 29 anni; Barbara Rocca, 21 anni; Sebastiano Romeo, 30 anni; Raffaele Stranieri, 23 anni; Antonio Vottari, 43 anni; Sebastiano Vottari, 24 anni, “u profissuri”; Teresa Vottari, di Antonio, 60 anni, e l’omonima cugina, di 37 anni.
Gli inquirenti. “Ci sono i presupposti – ha detto il procuratore Franco Scuderi – per giungere alla verità sui tragici fatti di Duisburg. Avevamo la netta impressione che la faida non si fosse conclusa, tant’è che due giorni prima del 15 agosto, in un rapporto di polizia era stato sollevato grande allarme, e così purtroppo è stato”.
Per il coordinatore della Dda, Salvatore Boemi, “si tratta di un primo importante successo contro le più agguerrite cosche della Locride”. Nicola Gratteri e Alessandra Fimiani hanno parlato “di un lavoro puramente investigativo, poiché nessuno dei parenti delle vittime della faida ha mai inteso fornire notizie utili per identificare gli autori di così gravi fatti di sangue”.
Il dirigente della squadra mobile Renato Cortese e il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Fiano hanno descritto l’organizzazione dei due gruppi contrapposti della faida, ed hanno individuato Marco Marmo, uno degli uccisi a Duisburg, “come elemento strategico per la fornitura delle armi ai Pelle- Vottari, reperite soprattutto sul mercato criminale iugoslavo”.
I magistrati della Dda reggina, subito dopo la conferenza stampa, sono tornati in prefettura dove erano attesi dal prefetto Francesco Mugolino e dagli investigatori del Bka tedesco, guidati da Jorg Ziercke e Jurgen Maurer.
La fuga di notizie. La Procura della Repubblica, infine, ha aperto formalmente un fascicolo di indagine a causa di una fuga di notizie riguardante un particolare della strage di Duisburg: addosso a Tommaso Venturi, 18 anni, uno degli assassinati, è stato ritrovato un santino bruciacchiato, segno questo, che il giovane era stato “battezzato” come uomo d’onore quella tragica sera nei locali del ristorante “Da Bruno”. Il particolare era stato comunicato meno di due giorni fa dalla polizia tedesca ai magistrati italiani titolari delle indagini, aspetto che avrebbe generato gravissimo allarme tra gli inquirenti per la permeabilità di indagini riservatissime.
Fonte:
La Repubblica
(30 agosto 2007)