Solo la crescita batte la povertà

09/01/2009

DAL NOSTRO INVIATO LONDRA • La lotta dalla povertà passa attraverso la crescita economica.
La conclusione ortodossa, e apparentemente scontata, ma più volte contestata da varie fonti negli ultimi anni, è stata rilanciata ieri con vigore dalla Banca mondiale, in uno studio realizzato insieme agli organismi di cooperazione di Gran Bretagna, Francia e Germania.

Lo studio, presentato ieri a Londra, analizza le storie di 14 Paesi, dal Brasile al Bangladesh, diversi per reddito e struttura dell’economia, e osserva che in tutti i casi il successo nella lotta alla povertà è venuto da una crescita forte e sostenuta.

Le argomentazioni dello studio sono particolarmente rilevanti nell’imminenza del vertice dei capi di Stato e di Governo del G 8, che la prossima settimana a Gleneagles dibatteranno soprattutto della situazione dell’Africa e di modi per alleviarne la povertà. Mentre i leader del G 8 si preparano all’incontro di Gleneagles, ha detto Gareth Thomas, il sottosegretario inglese per la cooperazione e lo sviluppo, « questo studio dovrebbe incoraggiarci a lavorare a stretto contatto con i Governi dei Paesi in via di sviluppo per contribuire al loro successo e assicurare che i poveri partecipino a questo successo » .

Come è ormai diventata una tradizione dei vertici del G 8, dal quello di Genova del 2001 in poi, anche a Gleneagles diversi capi di Stato di Paesi in via di sviluppo verranno invitati a confrontarsi e a scambiarsi valutazioni con i rappresentanti dei ” grandi” Paesi industrializzati.
« Sappiamo che la povertà declina rapidamente — sostiene Danny Leipziger, vicepresidente della Banca mondiale responsabile dei programmi per la la riduzione della povertà — dove la crescita è rapida e sostenuta. La povertà invece cala a mala pena o ristagna dove la crescita è lenta e diseguale. I governi che vogliono ridurre la povertà, quindi, devono mettere in atto politiche che consentano ai Paesi di ottenere un tasso di crescita più alto » .

In molti di questi Paesi, buona parte della popolazione più povera è dedita all’agricoltura. Sono importanti quindi politiche che aiutino ad aumentare i redditi agricoli: fra queste, l’investimento in strade per migliorare l’accesso ai mercati, il rafforzamento dei diritti di proprietà per i piccoli agricoltori, l’espansione dell’uso di tecnologie per affrontare i rischi legati al clima.

La Banca mondiale, come traspare dallo studio presentato ieri a Londra, ha messo a punto una serie di indicazioni e presenta ora diversi suggerimenti per incrementare le possibilità di occupazione per i poveri anche nei settori non agricoli e nelle aree urbane: migliorare l’ambiente per gli investimenti, espandere l’accesso all’istruzione secondaria, alzare l’accesso della popolazione giovane femminile a tutti i livelli di istruzione, disegnare la regolamentazione del mercato del lavoro per poter favorire l’occupazione formale, migliorare le infrastrutture, soprattutto le strade e l’elettricità che consentano di collegare le aree rurali con i piccoli centri e le città. Tra i suggerimenti della World Bank il sostegno da parte dei Governi alle politiche agricole e la creazione di infrastrutture per favorire i trasporti.

Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2005-06-30 – pag: 6
autore: A. ME.