Smart e tecnologica: una new town tutta italiana nel cuore del Brasile
12/08/2015
Non hanno consultato l’oracolo di Delfi: più semplicemente hanno studiato le carte e hanno confrontato i dati. A differenza di Romolo non si sono fatti guidare da un bue, e nemmeno hanno alla spalle una città madre (la metropoli, appunto). Eppure l’emozione di essere fondatori di una nuova comunità c’è tutta. E non potrebbe essere diversamente.
Progetto made in Italy: il progetto — per la verità già completato per un terzo — si chiama Planet ed è tutto made in Italy. Ma la location è a novemila chilometri e undici ore di volo da qui. Più precisamente a Croatá, nella prefettura di São Gonçalo do Amarante, stato del Ceará, nord est del Brasile, dove sta crescendo negli ultimi anni un importante polo industriale e portuale attorno al centro di Pecém.
La tecnologia al centro… «Stiamo costruendo una smart city destinata al social housing» spiega Gianni Savio, ceo di Planet Idea, l’azienda che ha creato il format urbanistico e si è occupata delle lottizzazioni; 330 ettari di superficie, sei mila abitazioni per ospitare oltre 20 mila persone, strade, servizi, parchi, vie d’acqua e tanta, tanta tecnologia: dalle reti wireless free ai sistemi di riutilizzo delle acque di scarico, dal bike sharing al car pooling, dalle piazze dotate di attrezzi sportivi per generare energia fino al controllo computerizzato dell’illuminazione pubblica, quella in costruzione in una delle zone caratterizzate da maggior crescita economica del subcontinente carioca vuole però soprattutto essere una città sostenibile dal punto di vista economico.
… ma a portata di tutti, «Parliamo di edilizia sociale, di social housing per famiglie a reddito medio basso — prosegue Savio, un passato nella lavorazione delle materie plastiche e da qualche anno nel business immobiliare oltreoceano —. Ciò che sta nascendo a Croatá ribalta il concetto fin qui seguito per realizzare città smart di nuova fondazione: non più grandi investimenti decisi dall’alto per costruire insediamenti destinati alle élite ma operazioni di costruzione civile economicamente sostenibili, localizzate in aree periferiche ma resilienti al cambiamento e agli shock improvvisi (leggi le crisi economiche e i crac finanziari, ndr), dove i minor costi sostenuti per acquisire l’area di insediamento vengono impiegati per dotare la città di infrastrutture e servizi innovativi. In questo modo la smart city diventa un’idea democratica, che può essere presa in considerazione dalle amministrazioni locali per intervenire in situazioni di emergenza abitativa».
I costi. Conti alla mano, un appartamento di 50 metri quadrati a Croatá Laguna Ecopark (questo il nome scelto per la new town) dovrebbe costare 30-35 mila euro, praticamente 700 euro al metro quadrato. Lavorare lontano dai principali insediamenti già esistenti in zona (Fortaleza è a 55 chilometri) permette infatti di tagliare del 5% il costo finale di realizzazione. «Quanto risparmiato — prosegue Savio — lo reinvestiamo in idee smart».
I rischi. Come tutti i nuovi complessi residenziali, il rischio è però che anche Planet si trasformi presto in un anonimo quartiere dormitorio. «Abbiamo realizzato un progetto il più possibile in equilibrio fra natura e architettura — assicura Pier Maria Giordani, alla guida dello studio ReCs Architects che sta curando il progetto — e tutti i servizi sono disponibili entro 400 metri da qualsiasi abitazione, per disincentivare l’uso dell’auto ma anche per creare un sentimento di comunità».
Il futuro. La new town brasiliana, che verrà inaugurata l’anno prossimo, è stata finanziata tramite crowdfunding, coinvolgendo imprenditori e aziende, principalmente piemontesi o comunque del Nord Italia, con cui Planet collabora da tempo. «Non ci sono fondi pubblici o fondi di investimento — conclude Savio — anche se potrebbero esserci nel momento in cui replicheremo il progetto altrove».
Fonte: Corriere.it