Skype arriva in Italia e punta sulle Pmi
09/01/2009
Da settembre 2005 a oggi gli utenti sono letteralmente raddoppiati: da 57 alla barriera storica dei 100 milioni; è impressionante il ruolino di marcia di Skype, il più noto servizio di Voice over Internet Protocol (VoIP), che permette di fare telefonate illimitate in tutto il mondo e, quel che più conta, gratis da pc a pc (non se si chiama una linea fissa e allora si pagano circa 2 centesimi al minuto Iva inclusa, il costo di una chiamata locale); sono esclusi, ovviamente, i costi della connessione al Web.
Il fortunato software inventato dallo svedese Niklas Zennstrom (oggi chief executive officer ) e dal danese Janus Friis, autori del celeberrimo Kazaa (il cui sviluppo ha decretato l’ascesa esponenziale della condivisione di risorse in rete, il cosiddetto peer to peer o P2P), l’applicazione più scaricata nella storia di Internet, arriva adesso anche in Italia con una struttura guidata dal country manager Enrico Noseda. È già attivo un sito tutto in italiano, concepito per semplificare l’accesso anche nel Belpaese, che comunque all’azienda acquisita dal colosso delle aste telematiche eBay (garantendo un fatturato di 35 milioni di dollari nel primo quarto del 2006, con una strategia che per la formazione dei ricavi privilegia servizi premium come SkypeOut , le segreteria telefonica o le royalties sugli accessori, dai telefoni ai microfoni e le cuffie omologati) nel settembre 2005 sta già dando grosse soddisfazioni. «I tassi di utilizzo delle linee mobili e fisse – spiega Noseda – sono sopra la media. In Europa l’Italia garantisce la maggiore crescita di utenze registrate ed è già tra i primi 10 Paesi, mentre è addirittura prima per l’utenza business».
Sono proprio le Pmi il target che interessa maggiormente il management di Skype, che non offre dettagli sugli obiettivi prefissati e sui benefici previsti a vantaggio del conto economico. Lo scenario, in ogni caso, non lascia adito a dubbi: secondo il 48% degli utenti business interpellati da Skype in Italia, il programma aumenta l’efficienza e facilita i contatti in movimento (è possibile deviare le chiamate dall’account Skype su qualunque telefono e la chiamata, anche in questo caso, è a pagamento). Che le piccole e medie imprese siano un target ideale è certificato dal fatto che «il 30% di imprenditori registrati – aggiunge Noseda – ha meno di 10 dipendenti, un quarto ha più di tre sedi locali e la metà chiama frequentemente l’estero». Per loro da qualche settimana c’è il sito www.skype.com/business, dove ci si può registrare anche con un unico account che fa da amministratore per l’intera azienda.
Un’altra grossa novità è l’accordo globale con 3Italia, che permetterà molto presto di usare la rete Umts dal computer portatile in sinergia con Skype a 49 euro più 9 euro mensili nella fase di lancio: il primo passo riguarderà, infatti, l’introduzione di un pacchetto in abbonamento che includerà una pc-card da 25 megabyte di traffico dati su rete Umts/Hsdpa al giorno, con validità di 12 mesi a partire dalla data di attivazione, e lo starter kit Skype contenente il software, un auricolare con microfono ed un voucher con 30 minuti di credito gratuito SkypeOut per chiamate verso telefoni fissi e cellulari. Entro l’anno, poi, il software di Skype sarà preinstallato nei cellulari e si potrà telefonare via VoIP, a tariffe decisamente più contenute, con la rete 3 oppure dagli spot Wi-Fi, ad esempio quelli già presenti in molti caselli autostradali.
Con l’approdo in Italia è stata lanciata anche l’ultima release del software, Skype 2.5 (ancora in versione beta), che introduce alcune novità: dalla possibilità di inviare sms ovunque alla semplificazione della fase di registrazione (un solo passaggio), all’integrazione con la rubrica telefonica di Outlook. Inoltre diventa anche possibile creare delle maxi conference call moderate fino a cento partecipanti. Gratuite anche quelle, altra manna per le aziende che per modello di business ne fanno maggiore uso.
«Skype è destinato ad avere effetti dirompenti in Italia – osserva Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche – perché gli italiani, partiti molto lentamente nella scoperta delle tecnologie, stanno rapidamente recuperando terreno grazie all’attività in cui sono imbattibili, le chiacchiere. Sarebbe stato altrettanto, se non di più, utile al Paese se oltre agli utenti avessimo garantito investimenti e ricerca in aziende, che c’erano, penso alla triestina Telital o Olivetti, e avrebbero potuto fare concorrenza a colossi come Nokia o Samsung».
Fonte:
Il Sole 24 Ore
Alberto Annicchiarico