Scontro sull’anagrafe tributaria di Visco
09/01/2009
ROMA — Le reazioni del centrodestra erano prevedibili. «È tornato il conte Dracula », ha commentato il leghista Roberto Calderoli l’annuncio di Vincenzo Visco di voler riformare l’anagrafe tributaria per meglio combattere l’evasione fiscale. Mentre Maurizio Sacconi (Forza Italia), accusava Romano Prodi di voler «lanciare una jihad contro una parte della società sollecitando un inedito scontro di classe su base fiscale.
Ma meno prevedibile era l’accoglienza che le affermazioni del viceministro dell’Economia hanno avuto in parte della maggioranza. «A me pare che la sinistra continui a seminare paura», ha chiosato il leader dei Radicali Daniele Capezzone. Pierluigi Castagnetti, capogruppo della Margherita alla Camera, ha invece sottolineato che «sulla riforma dell’Irpef (ipotizzata da Visco nel colloquio con il Corriere, ndr) l’esecutivo deve assumere una strategia univoca. E quando l’avrà dovrà parlare con gli atti più che con le interviste». Una presa di posizione arrivata lo stesso giorno in cui Europa l’organo del suo partito, dava al governo questo consiglio sulle tasse: «Non parlatene ». E pure l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro ha criticato Visco: «Scoraggia gli italiani a confermare la fiducia espressa alla maggioranza».
Ma c’è stato anche chi, come il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, si èmostrato addirittura entusiasta: «Siamo molto d’accordo». Anche secondo il sottosegretario all’Economia Paolo Cento (Verdi), «la riforma dell’anagrafe è uno strumento utile», ma «dev’essere accompagnato da una rigorosa tutela della privacy». E se il centrodestra ha rilanciato il timore di un mostruoso Grande fratello per scrutare nella vita dei contribuenti, il Garante della Privacy Francesco Pizzetti ha considerato «fondata la preoccupazione che l’anagrafe tributaria possa violare i principi di tutela della riservatezza ». Precisando tuttavia: «Pagare le tasse è un dovere costituzionale come il rispetto dei dati sensibili».
Letteralmente scatenate le categorie. Il sindacato dei ragionieri ha parlato di un «rischio di accanimento nei confronti dei contribuenti». La Confcommercio ha chiesto un confronto immediato sugli studi di settore. La Confartigianato ha respinto «una possibile riedizione del redditometro » in quella che per Benedetto Della Vedova (Forza Italia) non sarebbe altro che «una guerra contro la ricchezza ». E anche sulla conferma da parte di Visco dell’intenzione di ripristinare la tassa di successione sono piovute le critiche dell’opposizione. «Prodi è come Pinocchio. I 370 mila euro come possibile soglia di esenzione non sono certo i molti milioni di cui lui aveva parlato in campagna elettorale», afferma il deputato di An Maurizio Leo.
Fonte:
Corriere della Sera
Sergio Rizzo