Scajola: “Tremila euro di risparmi a famiglia”

04/12/2008

Roma – È un effetto tipico delle peggiori crisi economiche, come quella che sta attraversando il pianeta. Ma il governo ha intenzione di cavalcarlo, massimizzando i vantaggi per le famiglie italiane. Si tratta del calo delle quotazioni delle materie prime, che è già in corso da settimane, che ha già portato l’inflazione di novembre in discesa, al 2,7 per cento, e che – secondo le previsioni del ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola – continuerà anche il prossimo anno.

Le famiglie incasseranno insomma un dividendo per la continua diminuzione del prezzo del petrolio. E ieri nel corso di un’audizione parlamentare, Scajola ha quantificato a quanto dovrebbe ammontare. Il risparmio per il calo dei prezzi dell’energia sarà tra «i 2.800 e i 3.000 dei costi per gas ed energia elettrica». I prezzi del petrolio sono in calo e questa tendenza dovrebbe rafforzarsi anche il prossimo anno. Segnali concreti nelle bollette arriveranno in primavera: ad aprile e giugno è attesa una ulteriore riduzione dei costi per gas ed energia elettrica.
Per arrivare ai 2-3mila euro di risparmio alla fine dell’anno il ministero ha confrontato i costi sostenuti dalle famiglie nel 2008 per le bollette e i carburanti dell’auto e la minor spesa prevista per il 2009 derivante dal calo del prezzo del petrolio e dai conseguenti minori costi energetici.

Previsioni criticate dalla sinistra che ieri le ha tacciate come eccessivamente ottimistiche. Ma nel calcoli del governo non c’è solo il calo nelle quotazioni del barile. Alla diminuzione della bolletta energetica delle famiglie secondo Scajola contribuirà anche strategia energetica nazionale, prevista dalla manovra del giugno scorso che «consentirà il riallineamento dei prezzi dell’energia alla media europea».
Un obiettivo che il governo otterrà: «Puntando decisamente sulla diversificazione delle fonti di energia e delle aree geografiche di approvvigionamento, sul potenziamento delle infrastrutture energetiche, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sulla promozione dell’efficienza e del risparmio energetico e infine, ma non in ultimo, sul rilancio del nucleare».

In generale, effetto paradossale delle crisi, l’inflazione si raffredderà. Il rientro dei prezzi «sembra sia ormai un dato acquisito» e potrà «ulteriormente rafforzarsi a partire dall’inizio del 2009 quando cominceranno a essere recepite le variazioni negative delle quotazioni del petrolio anche nei prezzi dei servizi energetici, in particolare dell’energia elettrica e del gas».
Rimangono le difficoltà strutturali dell’Italia rispetto agli altri Paesi. Da noi la riduzione del prezzo delle materie prime agricole e del prezzo dei carburanti mostra una certa «difficoltà a tradursi tempestivamente in una coerente riduzione dei prezzi industriali e quindi dei prezzi al consumo».
Per questo sta lavorando la task force ministeriale sui prezzi dei prodotti agroalimentari. Punta a mettere d’accordo chi produce e chi distribuisce i beni alimentari. E i primi risultati – promette il ministro – si vedranno già a Natale. Poi, più nel lungo periodo, c’è la lotta contro i cartelli che non fanno funzionare i meccanismi di mercato.

Arriverà quindi un inasprimento delle sanzioni» in caso di intese restrittive della concorrenza promosse da organismi associativi e il «rafforzamento del potere di indagine» della Guardia di Finanza. Un giro di vite, ma è «assolutamente esclusa» la praticabilità di interventi «più invasivi» come i «prezzi amministrati». «Non solo perché – spiega Scajola – sarebbero incoerenti con i principi dell’economia di mercato, nei quali fermamente crediamo, ma soprattutto perché storicamente hanno dimostrato tutta la loro inefficacia». Sotto la lente del ministro anche «dichiarazioni allarmistiche» sui prezzi degli alimentari, che hanno come effetto quelle di fare effettivamente crescere le quotazioni.

Oltre ai consumi, la crisi colpirà le aziende. Scajola ricorda ad esempio che le vendite delle auto caleranno di un terzo nel 2008. Tuttavia eventuali aiuti sono una «questione di valutazione complessiva dell’Unione europea». E lui, il ministro, si dice contrario «ad un aiuto se non è finalizzato alla riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2».
Fonte:
Il Giornale