Sanità, domiciliari per Sandra Mastella. Guardasigilli: ”Mi dimetto”

09/01/2009

Napoli, 16 gen. (Adnkronos/Ign) – ”Mi dimetto perché tra l’amore per la famiglia e il potere scelgo il primo”. Così il Guardasigilli Clemente Mastella annuncia in aula alla Camera le sue dimissioni in seguito agli arresti domiciliari della moglie e presidente del Consiglio regionale della Campania Sandra Lonardo Mastella.

Il ministro della Giustizia lascia via Arenula ”per essere più libero umanamente e politicamente”, sapendo che ”un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa. Colpa che invece – incalza Mastella – non ravvisa nell’esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm si occupi”.

”Mi dimetto – continua il leader dell’Udeur nell’aula di Montecitorio – riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte, assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini”.

“Mi dimetto per senso dello Stato – prosegue durante la seduta nel corso della quale era prevista la relazione sullo stato della giustizia -. Lo faccio senza tentennamenti”. “Mi dimetto – sottolinea il Guardasigilli – per riaprire una grande questione democratica. Anche perché, come ha detto Fedro: ‘gli umili soffrono quando i potenti si combattono’. Mi dimetto perché ritengo, anche dopo la mia dolorosa esperienza che vada recuperata la responsabilità, almeno civile, dei magistrati”.

Per il Guardasigilli, è stata ordita “una trappola scientifica contro di me vile ed ignobile. Così come vile ed ignobile è stato prendere in ostaggio mia moglie a cui voglio un mondo di bene”.

Il ministro spiega che a lungo aveva provato a portare avanti il dialogo con la magistratura, ma ”oggi mi accorgo che sono stato percepito come un avversario, se non come nemico da abbattere”. ”Ho avuto l’illusione” di poter portare avanti un dialogo, ma ”le mie illusioni si sono frantumate di fronte a un muro di chiusura di parte”. Contro di me, sottolinea ancora Mastella, ”è iniziato il tiro al bersaglio, quasi una caccia all’uomo”. ”Ho resistito a tutto, forte della mia passione politica e delle mie convinzioni. Per delegittimarmi è bastato che un piccolo gruppo magistrati innescasse un congegno violento privo di obiettivi riscontri nella realtà, è bastato questo per puntare al cuore per interrompere il mio lavoro. Avevo resistito alle scorribande corsare contro di me”, ora però, ”di fronte agli attacchi a mia moglie, getto la spugna”.

Il provvedimento nei confronti di Sandra Lonardo Mastella è stato disposto dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per tentata concussione nei confronti del direttore generale dell’ospedale di Caserta. “Apprendo dalla televisione una notizia sconcertante, che sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari nei miei confronti per tentata concussione”, afferma in una nota la moglie del Guardasigilli.

“Mi sento assolutamente serena, non ho nulla da temere e fornirò all’autorità giudiziaria qualunque chiarimento che mi venga richiesto – prosegue – credo che anche questo è l’amaro prezzo, che insieme a mio marito stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Affronto tranquilla anche questa battaglia”.

Non appena appresa la notizia, il presidente del Consiglio Romano Prodi ha telefonato al ministro della Giustizia. Nel corso della conversazione il premier ha espresso al leader del partito del Campanile la sua solidarietà per quanto avvenuto. Solidarietà giunta da quasi tutti gli schieramenti politici.

Fonte:
Adn Kronos