Roma alla Ue: non solo dazi
09/01/2009
Fondi strutturali per riconvertire il tessile. Al via l’antidumping sull’import di poliestere
ROMA • Una strategia su due fronti: da una parte, la tutela delle imprese italiane, in particolare del tessile e abbigliamento, applicando dazi antidumping e le clausola di salvaguardia. Dall’altra, una politica attiva: e cioè favorire la riconversione del settore tessile e calzaturiero, utilizzando i fondi strutturali Ue; il varo in tempi rapidi dell’etichettatura europea; l’obiettivo di raggiungere nel round negoziale della Wto a Hong Kong, a dicembre, una riduzione delle tariffe degli altri Paesi per i prodotti industriali.
Sono gli argomenti che Adolfo Urso, vice ministro per il Commercio estero, affronterà domani nell’incontro a Bruxelles con il commissario al Commercio, Peter Mandelson. Un colloquio che avviene contemporaneamente all’arrivo di una buona notizia per le imprese italiane: la Commissione europea oggi approverà un dazio antidumping provvisorio sulle importazioni dalla Cina di tessuti di seta sintetica ( e cioè che contengono almeno l’ 85% di poliestere).
La norma sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale euroepa al più tardi il 16 marzo, e sarà in vigore dal giorno successivo: i dazi saranno del 79%, anche se alcune imprese usufruiranno di un dazio ridotto, comunque non inferiore al 20%, spiega Urso. « Era una procedura avviata nel 2003, su richiesta di imprese europee, tra cui tre italiane, e si aggiunge ai 35 dazi antidumping già in vigore per prodotti cinesi » , dice il vice ministro, che con Mandelson affronterà il problema di altre richieste già in itinere che riguardano alcuni prodotti calzaturieri, per accelerarne la conclusione.
E sulla questione dei dazi continuano le polemiche dentro la maggioranza. « Non sono anti Cina, ma anti dumping, contro la concorrenza sleale » , ha detto il ministro del Welfare leghista, Roberto Maroni, sottolineando il ruolo di protezione di questa misura e ricordando i 58 provvedimenti presi dalla Ue. « Contrordine compagni leghisti, Maroni ha imparato la lezione: i dazi si decidono a Bruxelles » , ha subito reagito Urso, chiedendosi perché allora la Lega non abbia approvato l’articolo 1 dell’action plan sulla competitività. « Non ho fatto altro che ribadire la posizione della Lega Nord » ha replicato Maroni.
I tempi, però, sono un problema. E Urso solleciterà Mandelson a varare al più presto le linee direttive per l’applicazione delle clausole di salvaguardia su tessile e calzaturiero previste specificamente per la Cina dalla Wto, e che prevedono l’automaticità delle procedure in caso di allarme import: la Commissione avrebbe dovuto vararle entro dicembre 2004, prima della scadenza dell’accordo multifibre. Ma siamo ancora in attesa. Inoltre, aggiunge, Urso, chiederà al Commissario Ue di prendere in considerazione le richieste Euratex su tessile e calzature, per 12 prodotti. « La Cina va considerata comunque un Paese amico e il primo passo da fare è chiedere alla Cina di calmierare l’export » , dice Urso, sottolineando due importanti riforme arrivate in porto: il sistema di monitoraggio che permette di avere dati in tempo reale e le procedure per l’approvazione dei dazi antidumping ( servono 13 voti contrari per bocciare la proposta).
Ma il vice ministro parlerà con Mandelson anche di politiche attive: ottenere nel round negoziale di Hong Kong, a dicembre, un abbattimento delle tariffe degli altri Paesi sui prodotti industriali. « L’obiettivo per noi, che importiamo materie prime ed esportiamo prodotti trasformati, non è avere dazi alti, ma poter esportare di più » , è l’opinione di Urso. Che mira a raggiungere in tempi brevi anche il varo dell’etichettatura obbligatoria e la possibilità di utilizzare i fondi strutturali Ue per la riconversione del tessile.
« Il 2005 sarà un anno decisivo per la competitività del Paese, per la tutela dei settori e le nuove regole commerciali » , continua il vice ministro, indicando le tappe: entro l’estate dovrebbero arrivare in porto le eventuali misure di tutela che la Ue deciderà di adottare, a fine anno si arriverà al round finale dei negoziati Wto, per arrivare alla firma nella primavera del 2006.
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2005-03-15 – pag: 8